Le indagini sono partite da una inchiesta dell’Arpa (Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione dell’Ambiente), che dopo aver rilevato delle criticità ambientali, ha fornito indicazioni che sono state disattese dall’azienda. Fatto sta che le indagini hanno riscontrato altri problemi di natura ambientale riguardo la gestione e lo smaltimento di rifiuti speciali, a volte pericolosi, e la salubrità dei luoghi di lavoro. Molti dei rifiuti erano stoccati nei piazzali esterni senza adottare le misure adatte, insieme a sistemi industriali in stato di abbandono, sistemi di drenaggio intasati e non funzionanti e amianto in pericoloso stato di decomposizione.

Anche il luogo di lavoro degli addetti dell’azienda è compromesso dagli odori nauseabondi, provenienti dallo smaltimento di rifiuti e da agenti chimici, potenzialmente cancerogeni, con cui sono a contatto i lavoratori. La Procura tuttavia nell’ambito del provvedimento preventivo ha disposto “il completamento delle attività industriali già iniziate, oltre all’effettuazione del servizio di raccolta dei rifiuti urbani in alcuni comuni”.

Pochi giorni fa è stata sequestrata dagli agenti della Guardia di Finanza di Polignano una discarica abusiva a cielo aperto a Casamassima. Questa conteneva rifiuti pericolosi e cumuli di amianto: un pericolo per l’ambiente circostante, nonché per il terreno che lo compone e le rispettive falde acquifere.

Federica Addabbo