Il Tfa è il corso di preparazione all’insegnamento istituito dalle università che consente, dopo un esame finale, l’abilitazione all’insegnamento in una delle classi previste dal d.m. n. 39/1998 e dal d.m. n. 22/2005. È un corso di durata annuale ovviamente a numero programmato. Così dopo la lunga trafila di esami per la laurea triennale e  esami per la magistrale, superato questo corso si può insegnare. Detto così sembra tutto facile e soprattutto magico e irreale.

Il tfa riguarda ogni facoltà, da lettere a ingegneria, esorbitante quindi il numero di coloro che potrebbero e vorrebbero partecipare. Notizie sbagliate, confuse sono state diramate dalle università. Panico tra i laureati e laureandi. I posti disponibili in tutta Italia sono 4275 per la scuola secondaria di primo grado e 15792 per quella di secondo grado. In Puglia rispettivamente 530 e 1770. Un numero che a prima vista potrebbe sembrare soddisfacente, ma che non lo è affatto.

Sono numeri questi nei quali devono rientrare tutte le facoltà presenti non solo a Bari, che già sono tante, ma in tutta la Puglia. Senza considerare che tra l’ultima SSIS e l’attivazione del Tfa prevista per giugno 2012 è passato molto tempo. Oltre quindi ai neo laureati in attesa del tirocinio ci sono anche coloro che laureati, magari anche con il massimo dei voti, sono in attesa da tempo di poter conseguire l’abilitazione per poter portare a compimento, per davvero, tutti gli studi effettuati.

Ma come si farà a soddisfare una richiesta così elevata? Che fine faranno coloro che non riusciranno ad accedere al tfa? Cosa faranno della loro laurea? “Il numero dei docenti sarà stabilito in base al fabbisogno”, fanno sapere dal Miur. Ma al fabbisogno di chi ha studiato, fatto sacrifici, chi ci pensa davvero? Siamo certi che sarà questa la fine del precariato per gli insegnanti o aspiranti tali?

Elena Defilippis