L’ordinanza, emessa due giorni fa dal Comune di Bari, è racchiusa in un provvedimento di tre pagine firmato dal dirigente della ripartizione Sviluppo economico, Nicola Marzulli, ed è stata notificata ieri a Sossio D’Alonzo, legale rappresentante della società subentrata alla Saicaf nella gestione dell’attività, la Sodal srl. Quest’ultima, per evitare la definitiva cessazione dell’esercizio commerciale, è chiamata a produrre, nell’arco di tre giorni, la certificazione necessaria.

«Ci manca soltanto un documento – ha dichiarato l’imprenditore di Modugno D’Alonzo, titolare di due importanti locali anche a Taranto – ed è questione di pochissimi giorni. La chiusura sarebbe un danno enorme – ha aggiunto – anche perché metterebbe in mezzo ad una strada 40 persone».

D’Alonzo, infatti, per la nuova Saicaf ha investito circa un milione e mezzo di euro. Il locale, aperto 20 ore al giorno, consta ora di due piani ristrutturati in stile anni ‘60, per una superficie totale di 1.000 metri quadrati: al piano terra c’è il bar, la pasticceria e la gelateria, al piano superiore un ristorante con 200 posti a sedere.

Ma quali sono nel dettaglio le irregolarità cui si fa riferimento nell’ordinanza? In primo luogo, la ripartizione Urbanistica avrebbe riscontrato alcune inadempienze nelle procedure di ristrutturazione del locale, non conformi ai permessi. Per di più sarebbero stati estirpati due alberi dal marciapiede antistante, forse con l’intenzione di installare un gazebo.

I tecnici della ripartizione Attività Produttive, inoltre, hanno sostenuto che “l’attività di somministrazione di alimenti e bevande” si è verificata “in assenza del prescritto titolo autorizzatorio”: la Sodal, in pratica, dopo il cambio di gestione, non avrebbe chiesto al Comune la nuova autorizzazione per la riapertura. Di conseguenza il dipartimento di prevenzione dell’Asl ha sospeso con un provvedimento di autotutela la registrazione dell’attività a nome di D’Alonzo.

Se la società non dovesse rispettare le scadenze, gli uffici dello Sviluppo economico potranno chiedere l’intervento delle forze dell’ordine e procedere alla denuncia dei responsabili.

Alessandra Morgese