Con la soppressione dei treni notturni, la cancellazione dei collegamenti con il nord Italia, i drammatici licenziamenti conseguenti e la lievitazione delle tariffe, Trenitalia ha spaccato l’Italia in due pezzi, creando di fatto viaggiatori di serie A e viaggiatori di serie B. Questa scelta è inaccettabile: sono queste le parole di Vendola.

La Puglia non ci sta ad accettare queste decisioni e attende che anche il Governo Monti possa dare delle risposte in merito, del resto il trasporto ferroviario è un servizio pubblico di carattere primario. Il presidente della Regione ha ribadito il peggioramento drammatico della qualità del servizio ferroviario: carrozze letto sempre sporche, fredde in inverno e troppo calde d’estate.

Lo scontro Puglia-Trenitalia si è acuito quando ci si è accorti che il gruppo Ferrovie dello Stato ha mantenuto nel proprio orario il taglio netto di alcuni collegamenti nodali dalla Calabria, attraverso la Puglia, verso le città del centro e del Nord Italia, con particolare riferimento ai collegamenti notturni. In breve: parecchie “Frecce” in più, tanti treni notturni e “Intercity” in meno. Come se non bastasse è arrivata la beffa dei biglietti ferroviari a tariffa speciale.

Il biglietto integrato si paga in due rate: la prima per il treno “normale” dal Sud a Bologna, la seconda per il treno veloce che da Bologna conduce alle aree “privilegiate” dell’Italia. La somma tra i due costi è tale da essere inferiore alla tariffa con la quale i nuovi orari dei treni hanno fatto il loro esordio il 12 dicembre scorso, ma è comunque più alta rispetto a quando si viaggiava da Lecce a Milano senza la necessità di cambiare treno in Emilia Romagna.

Questo aumento, che non ha prodotto vantaggi in termini di servizio, ma al contrario fa pagare ai viaggiatori un disservizio, proprio non va giù alle associazioni dei consumatori. Senza considerare, tra l’altro, che questi biglietti sono a numero chiuso, cioè se li aggiudica chi arriva per primo.

Dal canto suo, Trenitalia ribadisce che non c’è alcuna dietrologia e che la promessa di abbassare i costi è stata mantenuta, anche se un altro motivo di polemica è giunto da un articolo della “Gazzetta del Mezzogiorno” in cui si sosteneva come, provando a chiamare il call center di Trenitalia, non vi fosse alcuna traccia di questi biglietti a “tariffa integrata”.

 

Elena Defilippis