In principio furono i “Forconi” siciliani, ma il malessere nei confronti delle liberalizzazioni stabilite dal Governo, unito al risentimento nei confronti del prezzo dei carburanti che continua a salire, sta rapidamente contagiando il nostro Paese. Così, anche il capoluogo pugliese questa mattina si è svegliato nel caos, con la Statale 16 bloccata in entrambi i sensi e una sola corsia lasciata libera per le emergenze.

Questa mattina, una settantina di taxi ha seminato il caos nel centro di Bari: riunitesi in Piazza Libertà, le “auto bianche” sono poi confluite in Via Vittorio Emanuele e via Quintino Sella e hanno poi raggiunto via Capruzzi e via De Giosa, spingendosi fino al Parco Perotti per concludere, poi, nei pressi di piazza Massari.

Ma il disagio non accenna a diminuire in serata, con gli automobilisti che, allarmati dalla protesta, sono corsi a rifornirsi di carburante: si è diffusa infatti la notizia che l’accesso alla raffineria Eni è stato bloccato e questo potrebbe creare conseguenze a livello di approvvigionamento dei distributori di benzina e gasolio: pur di non rimanere a secco di scorte, alcuni cittadini sono disposti a pagare anche fino a 1,85 euro a litro. I distributori sono comunque quasi tutti aperti e senza variazioni nelle tariffe. Ma si registra già la chiusura del distributore in Viale Kennedy, nei pressi dell’aeroporto, per esaurimento scorte e per il blocco degli accessi per i camion ai centri commerciali della zona.

Gli autotrasportatori stanno bloccando il casello autostradale di Foggia, impedendo, così, lo scorrimento dei mezzi pesanti sulla A14 e la protesta si è poi estesa ai caselli di Cerignola (A14) e della A16, verso Napoli. Le forze dell’ordine stanno monitorando attentamente gli sviluppi della situazione.

Intanto, pur comprendendo le ragioni della protesta, il Presidente della Coldiretti Puglia, Piero Salcuni, lancia l’allarme: “i prodotti deteriorabili come latte e ortaggi vanno consegnati”,altrimenti gli imprenditori agricoli verranno penalizzati tre volte : “a causa dell’aumento del costo del carburante, del blocco della produzione e/o della commercializzazione dei prodotti e perché devono assumersi anche il costo dello smaltimento”.

Malgrado il caos registrato, i baresi sembrano solidarizzare con le ragioni della protesta: il costante aumento del prezzo della benzina, i duri provvedimenti in materia fiscale e il malessere per le misure “lacrime e sangue” di questo Esecutivo, stanno compattando la popolazione in un malcontento che potrebbe rivelarsi incandescente.

Gli autotrasportatori fanno sapere, intanto, che la loro protesta andrà avanti almeno fino a venerdì 27 gennaio.

Eva Signorile