Risultato: 150 tir fermi hanno bloccato gli accessi dai quartieri Poggiofranco, Santa Caterina e Carbonara, provocando tre chilometri di coda, da una parte e dall’altra. La Polizia stradale, al lavoro dalle prime ore di questa mattina per contenere le tensioni e gestire il traffico, è riuscita ad assicurare la circolazione, seppur lenta, delle auto lungo la corsia di sorpasso.

La protesta degli autotrasportatori a Bari si inserisce nell’ambito del più vasto “movimento dei forconi” che da qualche giorno sta paralizzando la Sicilia e, da ancor meno tempo, la Calabria. Movimento che trova le sue origini nel rincaro del prezzo del gasolio e del pedaggio autostradale.

Bari non è la sola città della Puglia a reagire a tali aumenti: altri blocchi si registrano, infatti, sulla statale 379 a Specchiolla, in provincia di Brindisi, sulla statale 100, direzione nord, all’altezza dello svincolo per Triggiano, sulla strada provinciale che porta ad Andria e Corato, sulla statale 16 all’altezza di San Severo e Andria, lungo l’autostrada, nei pressi dell’area di servizio “Le Saline” di Margherita di Savoia, sulla statale 7, vicinanze Ilva di Taranto, sulla statale jonica 106 e sulla statale 100 nei pressi di Mottola.

A infliggere un ulteriore colpo al trasporto locale, dalle 8 di questa mattina nel capoluogo pugliese, come in tutta Italia, è partito lo sciopero dei tassisti contro le liberalizzazioni varate dal governo Monti. Il servizio sarà sospeso fino alle 22. I proprietari delle auto bianche chiedono che oggetto di revisione da parte del governo siano la concessione della licenza part-time e l’Authority delle reti, che dovrà occuparsi dell’assegnazione delle licenze stesse. Per venerdì 27 è atteso, invece, lo sciopero dei trasporti pubblici (bus e treni), per protestare contro l’aumento delle tasse e la riduzione dei servizi.

Alessandra Morgese