Il contenzioso si è aperto per due episodi di falso nel processo ‘La Fiorita’: un presunto accordo illecito con il politico avrebbe assicurato all’azienda la concessione di servizi di pulizia, ausiliariato e sanificazione di diversi enti pubblici e Asl pugliesi. Inoltre, l’ex governatore della Regione è accusato di aver affidato un appalto da 198 milioni di euro a una delle società dell’imprenditore romano Giampaolo Angelucci per amministrare e gestire undici Rsa (Residenze Sanitarie Assistite).

La vicenda risale al periodo 1999-2005, anni in cui Fitto era presidente della regione Puglia, e cadranno in prescrizione quest’anno. Questo processo segue la sentenza del 17 gennaio 2011 quando la Cassazione accolse parzialmente il ricorso della pubblica accusa contro il proscioglimento di Fitto e di altri 14 imputati.

L’assoluzione era stata emanata l’11 dicembre 2009 dal gup barese Rosa Calia Di Pinto e liberava l’imputato dalle accuse di concussione, tre episodi di falso e associazione a delinquere, rinviandolo a giudizio per le sei imputazioni rimanenti. Tra queste, vennero rese pubbliche l’illecito finanziamento al partito ‘La Puglia prima di tutto’, un peculato, due abusi d’ufficio e la tangente da 500mila euro che Fitto avrebbe intascato da Angelucci.

La Corte di Cassazione lo scorso anno ha confermato il proscioglimento dalle accuse di concussione e reato associativo e stabilito un rinvio a giudizio davanti al gup per le due accuse di falso. L’ex governatore è uno dei quattro imputati che hanno fatto richiesta del rito abbreviato e andrà in aula il prossimo 20 gennaio, dal gup Giulia Romanazzi.

 

Rachele Vaccaro