Anche senza il crisma dell’ufficialità questi sono i treni che Ferrovie dello Stato ha deciso di sopprimere:
Intercity notte 782 Reggio Calabria (13,55) Milano (8,20);
Intercity notte 785 Milano Centrale (23,00) Reggio Calabria (18,05);
Exp notte 891 Roma Termini (22,25) Reggio Calabria (6,35);
Exp notte periodico 1665 Torino Porta Nuova (21,45) Reggio Centrale (12,25);
Exp 1926 Palermo Centrale (14,32) Milano Centrale (10,30);
Exp 1927 Milano Centrale (20,15) Palermo Centrale (15,40);
Exp 1943 Torino Porta Nuova (20,05) Palermo Centrale (17,40);
Exp notte 1951 Roma Termini (20,00) Siracusa (7,00);
Exp notte 1964 Siracusa (22,00) Roma Termini (9,00);
ES 9380 periodico Reggio Calabria (16,35) Roma Termini (23,15);
ES 9386 periodico Reggio Calabria (16,25) Roma Termini (23,15);
Exp 1594 periodico – auto al seguito Reggio Calabria (16,15) Bolzano (10,10)
Exp 1595 periodico – auto al seguito Bolzano (18,47) Reggio Calabria (10,55);
Exp notte 1641 periodico Milano centrale (22,15) Crotone (13,50);
Exp notte 1644 periodico Crotone (18,25) Milano Centrale (10,05);
Exp 1681 periodico auto al seguito Venezia Mestre (20,18) Villa San Giovanni (10,55);
Exp 1682 periodico auto al seguito Villa San Giovanni (21,30) Venezia Mestre (13,12);
Exp 1930 Palermo Centrale (15,32) Venezia S. Lucia (11,18);
Exp 1931 Venezia S. Lucia (19,09) Palermo centrale (1410);
IC 99061 periodico Roma Termini (12,39) Palermo centrale (23,59);
IC 99062 periodico Palermo Centrale (12,00) Roma Termini (23,21).
ES City 9816 Lecce (07,00) Milano (16,25);
IC periodici notturni su Venezia (1576/1579), su Milano (1616/1617 e anche quelli con il
servizio delle auto al seguito su Milano S.Cristoforo – 1657/1660.
EXP 951/956 (Lecce – Roma via Taranto, a cui era già stata modificata la periodicità ad
ottobre, quando da giornaliero era diventato periodico), mentre diventa periodico
ICN 788/789 (Lecce – Roma, fino ad ora giornaliero, scenderà il venerdì e salirà la domenica)
ES Frecciargento 9352/9359 (Lecce- Roma).
ES City periodici Frecciabianca (9828 Bari–Milano e 9817 Milano-Bari).

A queste soppressioni si devono aggiungere decine di treni che verranno soppressi nel trasporto regionale delle tre regioni in relazione ai tagli delle risorse previsti nella recente Manovra Finanziaria ed altri treni a lunga percorrenza ridotti nella composizione ed attestati a Roma. In sintesi, alcune considerazione sugli effetti di questi iniqui e insopportabili provvedimenti da parte delle Ferrovie dello Stato: la produzione diminuisce e viene ridotta, in particolar modo, la produzione dei treni PERIODICI (treni che si effettuano solo in alcuni periodi dell’ anno o in alcuni giorni della settimana); la produzione diminuisce con evidenza anche nel segmento NOTTURNO.
L’offerta commerciale di Trenitalia si sposta verso i treni più costosi (con l’eliminazione di treni Exp, IC notte, IC inseriti nel contratto di servizio Stato-Trenitalia). Queste decisioni comporteranno una immediata diminuzione di servizi notturni (servizi più
economici per i cittadini); un’offerta su Roma in drastica diminuzione dalle regioni del Sud; nessuna relazione diretta Eurostar tra Taranto e Roma; una offerta dei treni di rientro da Roma scomoda e manchevole e una netta diminuzione dell’offerta da e per la Sicilia e da e per la Calabria.

Questo stillicidio, senza precedenti nella storia del trasporto ferroviario italiano, comporterà, ovviamente, oltre ad una contrazione del personale occupato, una ulteriore riduzione di servizi essenziali per i passeggeri e i cittadini del Mezzogiorno e, soprattutto, l’aumento delle distanze fra il Mezzogiorno ed il resto del Paese. C’è una responsabilità evidente sia delle Ferrovie dello Stato che non investe nel Sud e ragiona come una società privata che pensa solo al profitto, sia del governo nazionale che, attraverso i tagli
delle risorse fino al 70 per cento per i prossimi anni, marginalizza le aree deboli e le priva di qualsiasi prospettiva di sviluppo.
Appare evidente che rispetto a queste decisioni occorre una energica reazione innanzitutto dai Presidenti della tre Regioni meridionali, oltre che da tutti gli altri livelli istituzionali, per impedire che il disegno delle Ferrovie dello Stato, favorito dalla miopia politica del Governo nazionale, produca effetti così drammatici sul sistema del trasporto e della mobilità meridionale. E’ necessario
creare le condizioni di una forte mobilitazione non solo dei lavoratori, ma anche e soprattutto dei cittadini meridionali che non possono essere privati del diritto alla mobilità.