L’imperativo, utilizzato da Onofrio Introna, presidente della Giunta Regionale Puglia che ha tenuto l’incontro con la stampa, è quello della riqualifica. Sanare lo strappo tra le due parti della città, ospitando un’area adibita a giardini pubblici prima di poter dare il via, in  futuro, a qualunque altra opera che riguardi i servizi nell’ex area militare.

Sembra, quindi, di essere arrivati alla svolta di una situazione stagnante che si protrae da ormai 12 anni, pochi se si confrontano ai tempi lunghissimi destinati ad altre maxi opere di recupero che avrebbero dovuto cambiare fisionomia alla città come la Fibronit, l’ex Manifattura dei Tabacchi e il pluriquarantennale progetto di interrare i binari che tagliano di fatto in due la città di Bari. E se quest’ultima pare diventare realtà dopo quasi mezzo secolo, considerati i recenti accordi e disegni annunciati dal sindaco Emiliano, Sel riparte dalla Rossani, convinta e cercando di convincere i baresi di riappropriarsi di una città in cui le promesse di trasformazione tardano spesso ad avversarsi.

Nel frattempo il Comune ha provveduto a vincolare gli edifici presenti all’interno del recinto militare. Questa soluzione, rendendo il suolo inedificabile, impedirà speculazioni edilizie e appropriazioni indebite dell’area per cui, almeno fino al 2014, non è previsto altro impiego se non quello di oasi verde per i baresi. La corsa alla costruzione, la folla di idee per riqualificare la zona, che si sono susseguite alla stessa velocità con cui hanno trovato smentita, è per ora bloccata.

Giuseppe Del Buono