Ma le testimonianze a carico del procuratore capo continuano ad aumentare. Negli “omissis” della procura di Napoli, messi a disposizione dei colleghi di Lecce, risulterebbe una relazione di servizio, datata 10 luglio 2009, del tenente colonnello Salvatore Paglino, all’epoca comandante della GdF di Bari.

Nel verbale si documenta una riunione indetta proprio da Laudati, due mesi prima del suo insediamento come capo della Procura, che si tenne il 26 giugno 2009 negli uffici baresi della Legione Allievi della GdF. Alla riunione, presero parte, oltre lo stesso Paglino, anche Scelsi, insieme a Gianluigi D’Alfonso, ex comandante del nucleo di polizia tributaria, Salvatore Russo, comandante del Gico e il comandante interregionale dell’Italia Meridionale della GdF, il generale Vito Bardi.

In quell’occasione, Laudati annunciava che l’inchiesta in corso a Bari aveva destato preoccupazioni nelle istituzioni e che la sua presenza lì era stata fortemente voluta dal ministro Alfano per trovare una soluzione. Nel verbale, Paglino dichiara che il magistrato aveva garantito al ministro che sarebbe tornato a casa “con un risultato” e fissava un periodo di congelamento dell’indagine fino alla data del suo insediamento ufficiale alla guida della Procura.

A confermare questa vicenda c’è un altro verbale, sempre tra gli omissis della Procura di Napoli, che riporterebbe un colloquio avvenuto tra il capo della Procura di Brindisi, Marco Di Napoli, che all’epoca dei fatti era procuratore aggiunto a Bari e il procuratore generale della Corte d’Appello di Bari, Antonio Pizzi. Nel verbale si legge che nel 18 agosto scorso, nel periodo in cui era in corso l’istruttoria che la procura generale dovrà trasmettere al Csm, dopo l’esposto di Scelsi, Di Napoli riferì a Pizzi, che nel 2009, l’allora suo collega Scelsi gli aveva comunicato della riunione indetta da Laudati, presso la Legione Allievi.

«Scelsi mi disse – si legge nel verbale –  che Laudati aveva chiesto in sostanza ai presenti di non prendere iniziative in relazione alle indagini sulle escort sino a quando non si fosse insediato alla Procura di Bari. Inoltre indicò ai presenti il generale Bardi come punto terminale di tale indagine, nel senso che tutto doveva essere riferito al generale Bardi da parte della Gdf che investigava (…) Di questa riunione presso la Guardia di Finanza, sebbene fossi il coordinatore, non fui informato da alcuno».

Il generale Bardi è indagato per rivelazione di segreto istruttorio nell’inchiesta P4.

Pasquale Amoruso