Tutto ma non il derby. I tifosi baresi continuano a non crederci, ma ormai appare evidente che la partita più importante tra i due club pugliesi nella massima serie del calcio italiano sia stata venduta in seguito ad una lunga trattativa.

Dall’interrogatorio di Gianni Carella, lungo110 pagine, emerge l’agghiacciante verità. Tutto ha inizio il 12 maggio 2011, pochi giorni prima della partita che può valere un’intera stagione. Carella, stretto confidente di Andrea Masiello avrebbe contattato Carlo Quarta in rappresentanza dell’ex vice-presidente del Lecce Semeraro jr per perdere la partita in cambio di 500mila euro.

Ci furono parecchi incontri, alcuni tenuti a Bari presso l’hotel Sheraton, altri a metà strada nell’area sosta della tangenziale all’altezza di Mola di Bari e alcuni meeting nella città salentina. Il denaro fu dato in modalità differenti, una parte in contante e una parte a rate tramite assegni, ma dai 500mila euro pattuiti in origine furono consegnati “solo” 200mila euro.

Nelle dichiarazioni ai magistrati di Carella emergono particolari sin’ora ignoti. Per confermare l’accordo della combine Masiello avrebbe dovuto dare una pacca sulla spalla a Vives, un po’ come il bacio di Giuda. Il gesto non avvenne e Quaranta chiese a gran voce di annullare ogni accordo. Ma la decisione era ormai presa, e l’onore di tanti appassionati calcistici venduto. Masiello realizza l’autogol, il Bari retrocede in serie B in un San Nicola sbalordito per l’opaca prestazione frutto di una stagione da dimenticare.

18 luglio 2012

Daniele Leuzzi