Attraverso le sue parole, già anticipate alcuni giorni fa nel corso di un altro incontro con i giornalisti, il primo cittadino barese ha voluto spiegare che, se nella prima ipotesi la società si metterebbe in una condizione di vendita più agevole, nella seconda eviterebbe almeno la perdita della categoria e del titolo sportivo.

Questo, però, ha aggiunto Emiliano, che ha raccontato di aver ricevuto ieri sera un documento sulla situazione debitoria direttamente da via Torrebella, deve avvenire a campionato in corso, secondo quanto stabilito dalle norme federali, proprio per mantenere i due requisiti.

«Se si manifesta lo stato di insolvenza al tribunale fallimentare, chiedendo la dichiarazione di fallimento, questa dichiarazione deve essere effettuata nel corso della stagione, mettendo eventuali acquirenti in condizione di compare sotto la tutela di un giudice», ha sottolineato il sindaco.

Una sorta di “autofallimento”, in parole povere, che, oltre al mantenimeto di categoria e titolo sportivo, garantirebbe anche la proprietà da eventuali atteggiamenti ricattatori dei compratori: garanzia a cui certamente non potrebbe provvedere l’amministrazione cittadina.

«Il Comune non può sedersi a tavoli di trattative private: l’unico ruolo che può svolgere è continuare a sensibilizzare la città sul salvataggio della squadra di calcio», ha affermato il primo cittadino.

Emiliano si è poi voluto soffermare brevemente sugli striscioni contro di lui apparsi sabato scorso al San Nicola durante il match contro il Modena.

«Ho inteso gli attacchi nei miei confronti come un volermi costringere a imporre agli imprenditori di affrontare la questione Bari, ma ribadisco che questo non è il mio compito», ha concluso, augurandosi unità d’intenti da parte di tutte le componenti.

Nicola de Mola