La sanzione, infatti, è andata ad aggiungersi ad un’altra inibizione per 4 mesi, inflitta al dirigente livornese a causa di alcuni ritardi negli adempimenti previsti per l’iscrizione del club biancorosso all’attuale campionato di serie B.

Da qui la decisione, maturata dallo stesso Garzelli, che di fatto sarebbe stato impossibilitato a svolgere l’attività in Lega per conto della sua società sino al termine della stagione, di firmare una delega nei confronti di Angelozzi.

«Mi sostituirà in ogni riunione nel periodo dell’inibizione», ha spiegato ieri ai giornalisti l’amministratore unico, anche se il dirigente catanese non potrà far parte del gruppo di studio della Lega, che sta lavorando sul tema dei diritti televisivi e nel quale Garzelli era da tempo impegnato.

Intanto, proprio il plenipotenziario biancorosso ha voluto dire la sua riguardo l’inchiesta della Procura barese su alcuni match disputati dai Galletti nella passata stagione, sui quali vi sarebbe l’ombra minacciosa della mafia e del calcioscommesse.

«Siamo preoccupati per questa querelle, dal momento che di fatto le società sono parti lese: rivedere le gare attenzionate non ha un grande senso, perché ogni partita presenta una miriade di episodi che si presterebbero alle più svariate valutazioni», ha affermato Garzelli, rivelando di non aver ancora avuto alcun contatto con gli inquirenti impegnati nelle indagini.

Il numero uno della società di via Torrebella ha spiegato che i club sono impotenti rispetto alle possibili combine organizzate dai calciatori e che, a tal proposito, attende l’esito dei ricorsi presentati da Ascoli e Atalanta dopo le inchieste di quest’estate sul calcioscommesse e le conseguenti sanzioni.

«Oltre a ricordare ai nostri tesserati i regolamenti e i divieti in merito al capitolo scommesse, non possiamo fare altro: attendiamo, comunque, la fine delle indagini», ha concluso.

Nicola de Mola