La situazione, però, si può definire ormai da “dentro o fuori”, perché gli acquirenti, dopo aver inviato alla società di via Torrebella una mail contenente una serie di modifiche da apportare al contratto (di cui non si conosce il contenuto e che verranno discusse proprio domani) dovranno presentarsi con il mandato a trattare e una caparra di 5 milioni di euro.

Esattamente le due garanzie richieste dalla famiglia Matarrese, che attraverso la presentazione delle deleghe firmate (più volte richieste) vuole conoscere il nome di chi si nasconde dietro la Meleam o di chi la affianca nella trattativa, per verificare le reali intenzioni del gruppo bitontino operante nell’ambito della sicurezza sul lavoro.

L’incontro, al quale dovrebbe partecipare anche Antonio Matarrese, appare quindi più che mai decisivo e non può escludersi che, in mancanza della certezza che almeno una delle richieste della famiglia proprietaria del Bari da quasi 35 anni venga soddisfatta, possa addirittura saltare, sancendo la definitiva rottura tra le parti.

In tal caso, la sopravvivenza del club biancorosso sarebbe più che mai a rischio, visto che il pagamento in extremis degli stipendi di agosto e settembre attraverso i 5,5 milioni messi a disposizione dalla banca Apulia ha rappresentato (a detta dei diretti interessati) l’ultimo “sforzo” dei Kennedy di Puglia nei confronti della loro creatura.

Nei giorni scorsi il sindaco di Bari, Michele Emiliano, ha auspicato il coinvolgimento di forze locali e istituti bancari, che possano contribuire alla sopravvivenza del calcio nel capoluogo pugliese, affermando che qualcosa in tal senso si stesse muovendo.

E ieri il primo cittadino è tornato a parlare della situazione del club biancorosso, sottolineando come la situazione societaria sia particolarmente grave e come il tempo per rimediare inesorabilmente stringa.

«Per cedere il club occorre un atto di generosità dei Matarrese e da parte di chi lo acquista, però, andrebbe chiarita la situazione debitoria: innanzitutto, va evitato il fallimento della società», ha detto Emiliano ai microfoni di una tv locale.

Nicola de Mola