Stavolta, però, non si sarebbe di fronte a uno dei tanti rinvii che hanno caratterizzato in passato la trattativa, ma alla vera e propria fine del dialogo tra la famiglia Matarrese e il gruppo bitontino operante nell’ambito della sicurezza sul lavoro.

Come già ipotizzato nei giorni scorsi, infatti, i potenziali acquirenti si sarebbero rifiutati di versare la caparra da 5 milioni di euro. Una caparra che, stando ai soliti beninformati, avrebbe dovuto essere di tipo penitenziale e non di tipo confirmatorio: in pratica, in caso di mancata vendita del club sarebbe rimasta nelle tasche dell’attuale proprietà.

A questo punto, si attende soltanto che le parti, con ogni probabilità già in giornata, diramino un comunicato stampa per spiegare la situazione.

Di certo c’è che il futuro del Bari si avvicina sempre più all’orlo del baratro, visto che, stando a quanto dichiarato recentemente dall’amministratore unico dei biancorossi Claudio Garzelli, bisognerà trovare una soluzione entro gennaio per evitare il fallimento della società.

L’unica speranza, al momento, potrebbe essere legata all’ipotesi ventilata nei giorni scorsi di una non meglio identificata cordata di imprenditori locali e istituti di credito che, su iniziativa del sindaco Michele Emiliano, negli ultimi tempi si sarebbe messa in contatto con chi tiene le redini del Galletto da ormai tre decadi e mezzo.

Nicola de Mola