Agricoltori e pescatori in agitazione a Mola di Bari e Monopoli, a causa dell’elevato costo dei carburanti e degli alti prezzi di gestione nel settore della pesca in Puglia.
“L’effetto dell’incremento del prezzo medio del gasolio – spiega la Coldiretti regionale – si sta abbattendo come una tempesta sull’attività dei pescherecci già duramente colpiti dalla riduzione delle giornate di pesca. Fino a oltre la metà dei costi che le aziende ittiche devono sostenere è rappresentata proprio dal carburante. Con gli attuali ricavi la maggior parte delle imprese di pesca – aggiunge ImpresaPesca Coldiretti Puglia – non riesce a coprire nemmeno i costi energetici oltre alle altre voci che gli armatori devono sostenere per la normale attività. Di questo passo uscire in mare non sarà economicamente sostenibile”. Da ciò deriva l’importazione di pesce straniero e raggiungerebbe il 33% di quello in circolazione nella Penisola. Sul punto interviene il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia: “Così quasi 8 pesci su 10 consumati sono stranieri spesso senza che i consumatori lo sappiano, soprattutto a causa della mancanza dell’obbligo dell’indicazione di origine sui piatti consumati al ristorante, che consente di spacciare per nostrani prodotti provenienti dall’estero che hanno meno garanzie rispetto a quello made in Italy. Per questo abbiamo attivato, nei mercati di Campagna Amica, eventi di informazione per far conoscere caratteristiche, qualità e aiutare a fare scelte di acquisto consapevoli, soprattutto di pesce dei nostri mari a miglio 0”.
Le istanze: Coldiretti ImpresaPesca chiede la velocizzazione nell’erogazione dei pagamenti del fermo biologico 2021 e dei precedenti indennizzi da parte delle autorità marittime che ancora non abbiano concluso i pagamenti, l’attivazione delle procedure semplificate di accesso al credito, la sospensione dei mutui in essere e garanzie sui mutui in favore delle imprese della pesca e dell’acquacoltura che hanno subìto un incremento dei costi energetici, la proroga del contributo sotto forma di credito d’imposta anche al secondo trimestre 2022, l’estensione della Cisoa (Cassa Integrazione Salariale Operai dell’Agricoltura) agricola al settore della pesca – strumento introdotto dalla legge di bilancio per il 2022 che aveva l’obiettivo di garantire finalmente un ammortizzatore sociale strutturato anche a questo settore, ma si è dimostrato in realtà una scatola vuota a causa dell’esclusione dei vari periodi di fermo pesca dalle causali –.