Il tremendo virus dell’irresponsabilità ha decimato il Consiglio di amministrazione dell’Acquedotto pugliese. Ieri mattina prima è arrivata la rinuncia via mail di Carmela Fiorella, compagna di Filippo Caracciolo, consigliere regionale PD passato di moda; poi è stata la volta del presidente Nicola De Sanctis.

Il numero uno dell’ente pubblico – si fa per dire – ha avuto un malore prima della seduta ordinaria, quella in cui si sarebbero dovuti trattare temi importanti per i pugliesi. De Sanctis non ha avuto alcun problema, però, a presiedere la seduta straordinaria del Cda, quella durante la quale da buono scolaretto aveva eseguito l’ordine del socio unico, la Regione Puglia. Scusate il termine, sarebbe più opportuno dire il socio unico Michele Emiliano.

Come voluto dal Presidente, ininfluente all’interno del PD, ma potentissimo nel suo Stivale, il Consiglio di amministrazione è stato portato da 3 a 5 consiglieri, modificando l’articolo 17 dello Statuto dell’ente sempre pronto a dare più da mangiare che da bere. Fatta la modifica si è preferito rinunciare alla discussione delle tante faccende meritevoli di un approfondimento.

Tra gli obiettivi dell’allargamento del Cda, infatti, c’è la volontà di inserire altri due uomini di Emiliano – come avevamo anticipato uno potrebbe persino essere Simeone Di Cagno Abbrescia – per mettere in inferiorità il vice presidente Nicola Canonico, impegnato fin dal suo insediamento in un’opera chiarificatrice sulla gestione dell’allagato carrozzone pubblico.

Apparentemente è l’ennesima prova di forza di Michele Emiliano, che rischia di minare quello che resta del suo peso specifico all’interno del PD, o peggio ancora della considerazione agli degli elettori pugliesi, già particolarmente delusi.