Sei morto perché ti sei opposto alla mafia, a una cosa che non è nostra. Una mafia che in tanti scrivono ancora con ma “M” maiuscola, probabilmente convinti di avere a che fare con l’altra faccia dello Stato. Il tuo brutale omicidio ha fatto riflettere molti di noi su cosa fosse realmente la mafia e come questa abbia cambiato volto, progredendo a forme più subdole di crimine, sempre meno macchiate di sangue. Peppino, avevi trent’anni nel 78, l’anno in cui io nascevo.

Quante cose non ti hanno fatto raccontare. Chissà quante altre denunce avevi pronte. Eri un Impastato, di cognome, non come i tanti che oggi sono impastati nei fatti. Impastati con il crimine, al quale chiedono voti alle elezioni. Non è cambiato molto da quando sei stato freddato. In molti hanno deciso di impastare il proprio nome chiedendo appalti agli amici. Lo sai, una consulenza non si nega a nessuno, soprattutto se hai preso il treno giusto, quello della “gratuità in attesa della ricompensa”.

La Corte dei conti bacchetta chiunque, ma poi avvocati, ingegneri, architetti, geometri, persino educatori e posti esemplari, vengono affidati sotto soglia, quella del rispetto e della meritocrazia. La soglia dell’attenzione dell’opinione pubblica, pure quella un poco impastata. Per fortuna c’è chi non s’impasta e lotta, prova con la sua vita dimostrare che si può vivere diversamente.

Sai, come quando ti alzi al mattino, con la bocca impastata, che non riesci subito a dar voce al cervello e al cuore. Peppino, cento passi hai fatto, ma un altro milione ne restano da fare. Noi ci proviamo, non sempre riuscendoci, a compiere quei passi, anche quando a chiedere consulenze, a fare sgarri, pretendere appalti o voti, sono le stesse persone che partecipano alle manifestazioni in onore tuo e di quelli che come te hanno deciso di non impastarsi. Nessuno è santo Peppino, neppure tu lo eri, ma a un certo punto della tua vita hai deciso da che parte stare, senza compromessi.

A pensarci bene, mio caro Peppino, la mafia non è solo quella che da sempre in tanti vogliono farci credere, con lo scopo di allontanare i nostri pensieri dai comportamenti accomondanti e truffaldini di tutti i giorni. Anche quella è mafia. E allora buon compleanno Peppino.