Salvare gli innocenti. Una pedagogia per i tempi di crisi di Goffredo Fofi (collana persuasioni, pp. 160, Euro 16,00), novità delle edizioni la meridiana, è un libro coraggioso, un libro che nasce da una domanda urgente: in che modo la crisi economica di questi tempi incide sull’educazione ricevuta dalle nuove generazioni? che tipo di scuola può avere oggi utilità e senso?
Nella sua disamina Goffredo Fofi si rivolge soprattutto agli educatori, alle persone di cultura, agli insegnanti, a quanti, in questo tempo di crisi, come formatori, avvertono con un minimo di sensata responsabilità di avere l’obbligo di fare qualcosa per chi è innocente rispetto alle nostre molteplici responsabilità di adulti che hanno portato all’attuale contesto economico e sociale.
Come ricostruisce l’autore nel suo libro, c’è stata – e speriamo possa esserci ancora – una pedagogia del tempo di pace o del dopoguerra: una pedagogia della ri-costruzione. Ma c’è anche stata, e c’è ancora purtroppo, una pedagogia del tempo di guerra. C’è stata inoltre una pedagogia del tempo di crisi, che ha avuto rappresentanti d’eccezione tra le due guerre mondiali come John Dewey e Maria Montessori.
L’attuale è un tempo di crisi diverso, altro, nel quale le difficoltà del presente si coniugano all’incertezza su un futuro che si teme peggiore del presente. Non si può, oggi, non parlare di una crisi generale, epocale, radicale.
Per questo motivo la domanda che dovrebbero porsi gli educatori, gli adulti che avvertono con senso di responsabilità l’incertezza e l’instabilità del futuro non tanto per la propria generazione quanto per quella più giovane, è sul peso che in questa crisi così profonda può avere l’educazione. Con un unico e solo obiettivo: salvare gli innocenti, cioè i bambini, dal precipitare in un mondo indebolito, quindi attrezzarli culturalmente ad essere cittadini di un unico mondo, suscitando in loro sensibilità e capacità a «praticare l’intelligenza delle soluzioni».
Fofi racconta come l’educazione debba tornare a prevalere sulla politica, anzi debba divenirne il perno centrale, la sua preoccupazione essenziale, dal momento che l’educazione – nella sua accezione etimologica – invita a tirare fuori il meglio di sé per valorizzarlo poi in funzione del bene comune, ognuno secondo le proprie potenzialità.
 
Goffredo Fofi, saggista, critico teatrale, letterario e cinematografico, è attualmente direttore della rivista “Lo Straniero” e responsabile de “Gli Asini”.
(Comunicato Stampa)
 
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