Se il portoghese scappato dal finestrino dell’autobus bestemmiando contro il controllore, colpevole di avergli chiesto il biglietto vi ha indignato, l’aggressione in diretta video al collega preso a testate il 20 ottobre scorso, non potrà che lasciarvi interdetti. Una violenza inaudita contro chi era impegnato a svolgere il proprio lavoro.

Avevamo già scritto della tremenda avventura dei verificatori in servizio sulla linea 21, in via Lattazio. Una sera qualunque a bordo dell’autobus, intorno alle 20, si trasforma in tragedia, improvvisamente, solo perché chiedi il biglietto: una cosa scontata. Un passeggero, accompagnato da una ragazza, non ha il titolo di viaggio, ma non ne vuole sapere di rispettare le regole, persino di scendere dal mezzo come previsto dalla legge.

L’uomo, sulla quarantina, capelli biondi, collana in vista e tatuaggi, dice di avere un problema cardiaco e giura vendetta nell’ipotesi in cui abbia un malore. La eventuale cardiopatia, lieve a giudicare dalla reazione, non impedisce al vandalo di turno di inveire, bestemmiare e prendere a testate il verificatore.

Siamo alla follia e nonostante le telecamere e le tante promesse, le accuse di essere lavativi, ormai fare l’autista o il controllore dell’Amtab sta diventando un mestiere altamente rischioso. Uno di quelli per cui sai che devi alzarti la mattina e non sai se la sera tornerai con tutte le ossa intere.