Paparesta in conferenza
Paparesta in conferenza stampa con i suoi legali

“Nessun risarcimento. Voglio solo sapere se ho diritto a riavere la maggioranza del pacchetto azionario del Fc Bari”. Paparesta torna a parlare in conferenza stampa e riapre la querelle relativa alla proprietà della società biancorossa.

Non solo: l’ex arbitro annuncia che ci sarebbe un nuovo gruppo di imprenditori pronti a investire nel Bari nel caso di successo della sua azione. “Potevano entrare in gioco già lo scorso maggio. Hanno risorse finanziare e la solidità per far diventare realtà il nostro progetto”.

Nella conferenza stampa l’ex presidente biancorosso ha ripercorso tutte le tappe della sua gestione, dalla famosa asta fino al passaggio di consegne con Giancaspro difendendosi da tutte le accuse rivolte a lui, e anche a suo padre, di essersi arricchito sul Bari: “Io sono il primo ad essere stato penalizzato da questa situazione. La verità è che negli ultimi mesi ho usato tutte le mie risorse, patrimoniali e fisiche, per portare avanti un sogno che la città meritava e merita ancora”.

Il sogno, appunto, di un Bari in Champions League lanciato dall’imprenditore malese Datò Ahmad Noordin quando fu presentato in pompa magna alla città: “Ho sbagliato – ammette Paparesta – Mi sono fidato e dovevo prima aspettare i soldi. Ma lui ha prospettato un progetto molto interessante e la Banca Popolare di Bari ha verificato la sua credibilità”.

Ma cosa è successo quindi alla famosa caparra mai arrivata? “Nei giorni antecedenti alla ricapitalizzazione ci sono stati una serie di comunicati da parte di Giancaspro e Noordin mi ha detto che lui, i soldi in una situazione poco chiara, non li avrebbe messi”.

Giancaspro appunto. L’ex arbitro ne ha anche per lui. Prima una frecciata sullo sponsor (“Io non avrei mai permesso che una società di come quella diventasse sponsor in una città profondamente offesa dal calcioscommesse”) poi l’attacco frontale: “Non è assolutamente vero che il Bari è stato salvato da Giancaspro. Dopo la nostra richiesta di rinvio non siamo voluti andare oltre perché abbiamo anteposto gli interessi del club a quelli personali: il rischio era che il Bari non potesse iscriversi al campionato”.

Per quanto riguarda le possibili ricadute di questa azione legale sul Bari, l’avvocato Vincenzo Donativi (che assiste in questa fase Paparesta) è chiaro: “Non tocca la continuità aziendale e il progetto sportivo del bari, ne direttamente ne indirettamente”.