Quello che è successo al San Nicola è incredibile. Una partita dalla emozioni infinite. Il Bari, sotto di ben tre reti, è riuscito a pareggiare segnando tutti i goal nel secondo tempo ma non è bastato. A condannare il Bari ad abbandonare ogni sogno di serie A è il quarto goal, firmato da Galabinov, arrivato a pochi minuti dalla fine del secondo tempo supplementare. Contestazione dei tifosi in Curva Nord che hanno abbandonato gli spalti, nella zona centrale, dopo appena cinque minuti nel secondo tempo, per scendere nell’anello sottostante a contestare i giocatori. Arrivederci al massimo campionato, dunque, l’impresa non è riuscita. Per Gianluca Paparesta, 47 anni oggi, un compleanno amarissimo.

Camplone si affida al solito 4-3-3, con Defendi a sostituzione dello squalificato Donkor e supportato da Tonucci, Di Cesare e Gemiti. Al centro del campo Romizi può contare sull’aiuto di Dezi e Valiani; mentre in attacco il tridente è composto da Rosina, Maniero e Sansone.

L’arbitro fischia l’inizio e il Bari subisce una doccia gelata. Due minuti di possesso palla in difesa, un atteggiamento attendista che costa caro. Perché Gonzales, alla prima occasione, non ci pensa due volte e dai venticinque metri piazza un interno sinistro rasoterra che si infila tra la mano di Micai e il palo. Ed è subito Novara in vantaggio. Ammutolito il pubblico al San Nicola che sperava in un approccio diverso.

La risposta dei biancorossi arriva da un errore del portiere che su rinvio dal fondo centra in pieno Maniero. La deviazione dell’attaccante è però sfortunata e la palla si spegne sul fondo. I tifosi rumoreggiano, la paura si fa sentire. E i ragazzi di Camplone devono affidarsi ancora una volta a Maniero. Il centravanti, su punizione di Rosina, devia di testa mettendo in grande difficoltà Da Costa che respinge bene. E oltre al danno, la beffa. Proprio Maniero, l’unico propositivo tra i galletti, chiede il cambio per un problema alla caviglia. Al suo posto Puscas.

Camplone si lamenta con i suoi, le azioni d’attacco sono lente e il tecnico è costretto ad alzare la voce. Ma il possesso palla è sempre orizzontale, sterile, e non produce nulla. Evidentemente, però, non è serata per il Bari. Tonucci si fa male da solo ed è costretto ad abbandonare il campo. Lo sostituisce Rada. Il Novara, galvanizzato dal goal del vantaggio, è sempre pronto a ripartire, con convinzione e velocità. E colpisce ancora una volta con il secondo goal, firmato dal solito Gonzales. Il minuto è il 43′, Valiani perde palla a centrocampo e sulla ripartenza l’attaccante piemontese scatta sul filo del fuorigioco, lasciandosi la difesa biancorossa alle spalle e, con estrema freddezza, infila Micai per il raddoppio. Termina così il primo tempo, con una bordata di fischi del pubblico presente al San Nicola.

La ripresa si apre nel peggiore dei modi. Con la tripletta di Gonzales. L’azione del Novara, come nella prima frazione, arriva dopo appena tre minuti. Una ripartenza perfetta, e il cross di Buzzegoli sul secondo palo è al bacio per Gonzales che impatta alla perfezione di controbalzo e infila sotto l’angolino per lo 0-3.

Ormai il Bari non ha nulla da perdere, e forse questo, paradossalmente, dà un po’ di coraggio ai biancorossi. Grazie a un’azione personale di Defendi sulla destra con conseguente cross al centro, Rosina di piatto infila in rete e accorcia le distanze, ma sugli spalti non c’è gioia per il goal. Anzi, i tifosi in Curva Nord abbandonano pian piano gli spalti, svuotando il petalo centrale e ritirando striscioni e bandiere. Mentre in campo cresce il coraggio dei galletti. Ma solo quello, perché i limiti del Bari a livello tecnico e tattico vengono messi a nudo dalla fretta di recuperare lo svantaggio. Per il Novara entra Galabinov, e subito si rende pericoloso, prima con il sinistro, poi con una conclusione di destro. In entrambi i casi è bravo Micai a bloccare a terra. Gli ospiti mollano un po’ la presa ma devono fare i conti con Rosina che, da solo, trascina il Bari. L’ex Catania dimostra di essere uno dei pochi giocatori che nulla ha a che vedere con questa categoria. E al 34′ firma la sua seconda rete, quella del 2-3. Su rigore. Un’ingenuità di Dickmann, che tocca la palla con la mano nella propria area, costringe l’arbitro ad assegnare il fallo dagli undici metri.

Cambia l’aria al San Nicola. L’atmosfera è diversa. Sarà per l’assenza dei tifosi nella zona centrale della Curva Nord ma i biancorossi sentono meno la pressione, sembrano più convinti e Puscas, alla prima palla buona, tira a occhi chiusi da fuori area e infila in rete per il pareggio. Esplode lo stadio, esplode la panchina e Paparesta va ad esultare sotto la Curva Nord. L’arbitro fischia la fine e si va ai supplementari.

A Defendi e compagni basta mantenere il risultato per passare il turno. La gara è dura, vivace. Ma il Novara è sempre presente. Casarini trova lo spazio per tirare dai venticinque metri, ci riprova sulla ribattuta di Micai ma il portierone si supera ancora una volta con un riflesso che impedisce ai piemontesi di andare al quarto goal.

Il Bari prova a tenere la palla il più lontano possibile dalla propria area di rigore, nel tentativo di addormentare il gioco. Ma non è facile. Quella di Camplone sembra comunque un’altra squadra. Paparesta approfitta del brevissimo intervallo tra i due tempi supplementari per andare a caricare i ragazzi, quasi prendendo il posto dell’allenatore.

Gli ultimi quindici minuti sono una battaglia più fisica che tattica. Molti giocatori devono fare i conti con i crampi. In questi casi però, come spesso capita, la palla è più rotonda che mai. A punire il Bari all’ottavo minuto del secondo tempo supplementare, è Galabinov. Su un cross dalla sinistra destinato sul secondo palo, il bulgaro si fa trovare al posto giusto e incorna in rete per il 3-4. Silenzio al San Nicola. Eppure un’altra occasione per pareggiare e passare il turno, c’è. Ma Dezi sbaglia la coordinazione al volo di destro in area di rigore. L’ultima occasione sbagliata che condanna definitivamente il Bari a un altro anno di serie B.