Al Del Duca di Ascoli il Bari vince 1-0, si conferma terza forza del campionato e vede più vicino l’obiettivo playoff. Decide la partita l’autogol di Cinaglia su un sontuoso tentativo di rovesciata di Tonucci. I galletti non giocano la migliore partita della stagione ma nella giornata in cui perdono Novara, Entella e Spezia, loro vincono ancora. E in questa fase del torneo è il dettaglio che conta di più.

Il turno infrasettimanale induce mister Camplone a dare una vigorosa mischiata alle carte da gioco colorate di biancorosso. Rispetto alla gara del San Nicola contro il Como ma anche rispetto alle previsioni della vigilia. L’allenatore abruzzese tira fuori dal cilindro l’oggetto più misterioso del mercato invernale orchestrato da Zamfir: Nikola Jakimovski. Accanto al terzino macedone, ulteriore sorpresa della serata, c’è un ritrovato Contini. Tonucci e Donkor completano la linea difensiva. In mezzo al campo l’intensità dello squalificato Romizi lascia il posto all’esperienza di Donati, con Dezi e Valiani chiamati a dare corsa al reparto. In avanti, Maniero ritrova il posto da titolare e si piazza in mezzo ai confermatissimi Rosina e Sansone.

Un disimpegno impreciso del portiere di casa Lanni regala il primo sussulto del match ai tanti tifosi baresi impegnati nella trasferta marchigiana ma né Rosina né Dezi riescono a concludere verso lo specchio della porta avversaria. La risposta dell’Ascoli arriva dai piedi di Cacia con una zampata, comunque intercettata da Micai, annullata sul nascere dalla bandierina alzata del primo assistente a segnalare la netta posizione di fuorigioco.

Al minuto numero 9 il turnover di Camplone è già costretto a subire un ridimensionamento: Contini viene messo knock-out da un guaio muscolare, dentro Di Cesare e tanti saluti al primo cambio. La partita scivola via portando in dote buona intensità e poche occasioni da gol. Cacia, bomber di razza della scuderia bianconera allenata dall’ex di giornata Devis Mangia, ci prova al 27’ ma il suo colpo di testa non inquadra la porta di Micai.

Passano tre minuti e il Bari passa in vantaggio. Valiani rispedisce nel cuore dell’area di rigore un pallone spazzato via dalla difesa strisciata sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Tonucci si traveste da Carlo Parola e in rovesciata scaraventa il pallone alle spalle di un incolpevole Lanni. O perlomeno così sembra. In realtà sulla bontà dell’acrobazia gioca un ruolo decisivo il terzino di casa Cinaglia, unico a toccare la sfera. Tuttavia la bellezza dell’esecuzione e l’esultanza quasi incredula del centrale biancorosso rendono piacevole l’inganno di chi forse non finirà sulla copertina degli album Panini ma per grinta e determinazione sembra essere già finito nel cuore dei tifosi del Bari.

Cacia protesta per una sospetta posizione di fuorigioco e nei minuti che separano la gara dall’intervallo si viaggia sui binari della confusione. Mangia litiga vivacemente con il direttore di gara per un banale fallo a metà campo e rischia l’espulsione, Valiani lo imita per un contrasto avvenuto a ridosso dell’area di rigore biancorossa e si becca un meritato cartellino giallo. In mezzo, una buona risposta di Micai ad una cannonata centrale scagliata dai piedi di Jankto.

L’avvio di ripresa è caratterizzato da un Ascoli arrembante e da un Bari attento e contropiedista. La squadra di Mangia fa incetta di calci d’angolo ma quella di Camplone chiude tutti i pertugi. Il primo, nel tentativo di agguantare il pareggio, richiama in panchina il centrocampista Altobelli e butta nella mischia l’attaccante Petagna. Il secondo, nella speranza di mantenere il vantaggio, serra le fila, abbassa sensibilmente Rosina e Sansone e lascia Maniero in un deserto presidiato solo da maglie a righe.

Il calcio con le bollicine promesso da Camplone il giorno in cui venne ufficializzato l’avvicendamento con Davide Nicola è un’altra cosa rispetto allo spettacolo proposto dalla comitiva barese al Del Duca ma la tattica del tecnico abruzzese sembra funzionare: nessun grosso pericolo dalle parti di Micai e un rigore piuttosto solare non concesso a Rosina scaraventato al suolo da Lanni. Alla mezzora le caratteristiche offensive di Jakimovski fanno spazio a quelle più caste di Di Noia e dopo una manciata di minuti il ragazzo tutto “made in Bari” mette una toppa ad un’uscita avventata di Micai su cui era pronto ad avventarsi il solito Cacia. Dall’altra parte Sansone, lanciato in campo aperto da Maniero in azione di contropiede, si divora il gol del raddoppio.

Camplone rimbocca le coperte sostituendo Rosina con Lazzari e trova un complice inaspettato in Petagna che si fa cacciare allo scadere per un doppio spintone: il primo a Di Cesere, il secondo direttamente all’arbitro Ghersini di Genova. Il finale nervoso consegna alla gara cartellini gialli in sequenza, cinque minuti di recupero ma nessuna variazione di risultato. Il Bari vince ancora.