Tutto è bene quel che finisce bene. I Seguaci della Nord hanno consegnato le uova di Pasqua all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII. Lo hanno fatto nelle mani dei genitori dei piccoli degenti, che poi decideranno per conto proprio se far mangiare o meno quella cioccolata ai bambini. Questioni di responsabilità, ci dicono dalla direzione sanitaria. Responsabilità che per come sono andati i fatti di oggi è stata assunta dai genitori dei bimbi malati mentre lo scorso 26 marzo è stata presa da alcune associazioni di volontariato e dalla Fc Bari 1908. Che però non avevano alcuna autorizzazione per distribuire le uova di cioccolata all’interno dei reparti.

Cerchiamo di ricostruire i fatti. Come accaduto lo scorso Natale, anche in occasione della Pasqua i Seguaci della Nord si sono attivati per donare un sorriso ai piccoli pazienti ricoverati all’ospedale Giovanni XXIII e nei reparti pediatrici del Policlinico e dell’ospedale San Paolo. Un sorriso che si trasforma nel gesto nobile di donare loro uova di cioccolato e un po’ di festosa compagnia nella giornata di giovedì 2 aprile.

La consegna dei doni pasquali procede senza intoppi sia al Policlinico che all’ospedale San Paolo. Al Giovanni XXIII invece, i tifosi vengono rimbalzati. La direzione sanitaria riferisce loro come nessun alimento che non sia stato prima certificato dalla stessa direzione in quanto a provenienza e trasporto possa varcare la soglia dell’ospedale.

La polemica viaggia attraverso i social. I supporter biancorossi si chiedono innanzitutto come sia possibile che le modalità di accoglienza doni cambino così drasticamente da una struttura all’altra. Ma in maniera ancora più insistente si domandano come sia stato possibile per le altre associazioni di volontariato, allenatore, calciatori e dirigenti della Fc Bari consegnare delle uova nei reparti, direttamente nelle mani dei piccoli degenti. Una domanda che in realtà porta in dote la forte sensazione di essere stati discriminati in quanto ultras. Ai giocatori si, dicono, a noi no.

Offesi ma determinati nel voler consegnare quelle uova ai bambini dell’ospedaletto, i tifosi sono tornati in via Amendola questa mattina. Ci andiamo anche noi. Parliamo insieme a loro con la direzione sanitaria e viene fuori l’inghippo. Il punto non è la differenza tra Fc Bari e curva nord. Bensì scopriamo, attraverso le parole di uno dei medici che accoglie la delegazione in direzione sanitaria, che la società di strada Torrebella, insieme alle altre associazioni, aveva il permesso di recarsi all’interno della struttura ospedaliera per una manifestazione benefica, ma non aveva alcuna autorizzazione per consegnare uova non certificate (in quanto a provenienza e trasporto) nelle mani di bambini che, sempre secondo quanto ci riferisce il medico, avrebbero potuto avere patologie tali da non poter assolutamente mangiare uova di cioccolata.