Il capoluogo pugliese è senza dubbio il luogo ideale dove discutere in questi giorni di un calcio pulito e distante anni luce dai recenti scandali che hanno coinvolto anche i giocatori del Bari. Cresce sempre più tra gli appassionati del calcio il dubbio della legalità di ogni singolo match, con il conseguente rischio di individuare tutti calciatori come degli atleti antisportivi.

Per fermare questo terremoto dell’opinione pubblica è stato lanciato lo slogan: “Il calcio è pulito, scommettiamo?”. Come spesso accade per gli eventi locali il padrone di casa è l’assessore allo Sport Elio Sannicandro, che ha ricordato a tutti i presenti che la città di Bari ha una lunga tradizione sportiva alle spalle, senza tralasciare, però, il sentimento di perplessità che accomuna tutti i supporter biancorossi dopo le recenti vicende di cronaca.

Dito puntato contro il “Dio” denaro e la miriade di interessi che gravitano intorno ai risultati sportivi. Nella trentennale storia del calcio moderno ci sono 3 grandi scandali: il primo negli anni ’70 di bassa rilevanza economica, il secondo è il famoso processo “Calciopoli” e l’ultimo per tempo il “Calcioscommesse”.

A far riflettere è la differenza di modalità negli illeciti sportivi, in origine al centro delle scommesse illegali dei calciatori c’era il risultato del campo, oggi invece si punta sulla somma di gol o al minuto di gioco in cui ci sarà una realizzazione. A rivoluzionare la concezione classica del calcio è internet e le società di scommesse online che rendono possibile scommettere in qualsiasi parte del mondo con un livello di controllo molto basso.

Luca Pancalli, presidente del Cip e vicepresidente del Coni ha dichiarato che “il calcio è vittima di qualcosa di più grande e bisogna recuperare il prima possibile un minimo di normalità sportiva. Impossibile pensare alla amnistia per i calciatori pentiti che aiutano il corso della giustizia sportiva perchè sarebbe un comportamento intollerabile e poco idoneo alle regole stabilite”.

Sulla stessa line a di pensiero è il direttore generale della Figc Antonello Valentini, barese d’origine e personalità molto vicina alla realtà del Bari: “Gioco in casa e soffro per gli scandali che sono emersi. Spero che non sia coinvolta anche parte della tifoseria, sarebbe un fatto gravissimo. Bisogna salvare l’aspetto educativo del calcio e recuperare la credibilità a livello mondiale”.

Molto importante anche la presenza in sala del direttore sportivo dei Galletti Claudio Garzelli, in veste di vicepresidente dell’Adise e di Antonio Matarrese. Entrambi hanno preferito evitare dichiarazioni pubbliche sulla situazione della società biancorossa.

Daniele Leuzzi