Mariotto, piccola frazione di Bitonto a un passo da Bari Città metropolitana, dove ha sede anche la Presidenza della Regione. In realtà potremmo essere in qualunque parte della Puglia. Sì, perché l’inizio della scuola per i genitori dei bambini diversamente abili rappresenta spesso l’inizio di un “calvario”, che poi alla fine si chiude nel giro di qualche settimana, ma ciò non toglie il fatto che le cose dovrebbero andare diversamente.

Monica è la mamma di Gabriele, un bambino con diversi problemi di salute già “aggravati” dalla burocrazia. Siccome non c’è mai fine al peggio, la sorte certe volte si accanisce: “Qualche giorno prima che iniziasse la scuola ho chiamato l’istituto per accertarmi che non ci fossero problemi con l’insegnante di sostegno. Mi era stato assicurato che sarebbe stato tutto a posto, e invece così non è”.

In classe con Gabriele c’è il piccolo Rihan, figlio di genitori Algerini. Mahdi, il papà, ci mostra le carte che attestano il bisogno del piccolo di avere il sostegno: “Per la prima volta l’ho visto camminare con un girello – ci ha raccontato Monica – adesso in aula è sempre seduto, per muoversi in classe deve appoggiarsi ai banchi. Per lui e per Gabriele non c’è nessuno se non la maestra, che deve seguire tutta la classe”.

“La scuola è consapevole della situazione, lo sanno i dirigenti, lo sanno gli insegnati, ma loro stessi hanno le mani legate – ha voluto sottolineare Monica – hanno già provato a chiamare chi di dovere per cercare di capire il motivo di questa situazione”.

“Parliamo di bambini che hanno bisogno di assistenza continua, che frequentano centri, ospedali, che dalla mattina alla sera fanno terapia e hanno bisogno di aiuto – ha evidenziato – Gabriele dovrebbe seguire una terapia con l’insegnante di sostegno e con la scuola, c’è un piano riabilitativo che io posso acquistare dal Centro per far sì che il bambino svolga un lavoro continuo con l’aiuto del Centro, della scuola, e anche a casa. Di tutto questo non farà nulla, o lo inizierà a fare come al solito in ritardo.

Un problema che si ripresenta puntualmente. Un anno fa, davanti alla Presidenza della Regione, ci fu la protesta dei genitori di bimbi disabili per il trasporto scolastico, a fine dicembre fu la volta dell’Unione Italiana Ciechi proprio per la mancanza degli insegnanti di sostegno: “Non riguarda soltanto la nostra scuola. Ogni sei mesi andiamo al Medea di Brindisi, dove i bambini vengono sottoposti a un piano riabilitativo intensivo anche 6-7 volte al giorno. Ci sono persone di tutto il territorio, so per certo quindi che il problema non è soltanto qui da noi, ma anche a Bari, a Lecce, a Taranto. La questione diventa ogni anno sempre più grave. Anche i bambini disabili hanno diritto all’istruzione”.