Due casi di suicidi a distanza di pochi giorni nello stesso paese, a Modugno. Due storie diverse ma entrambe segnali di un disagio strisciante esistente nelle nostre città che spesso viene ignorato. Ne avevamo parlato solo qualche settimana fa con la direttrice del centro mentale Asl di Bari, Maristella Buonsante.

Forse, però, queste due persone, così come tante altre, potevano essere aiutate o quantomeno sostenute nel loro dramma. Forse sarebbe bastato recarsi nel dipartimento di salute mentale del proprio paese. Molti non fanno nulla, non per mancanza di sensibilità, ma per il timore del giudizio esterno, per il luogo comune che “dallo psichiatra ci vanno solo i matti”.

In realtà dallo psichiatra ci si dovrebbe rivolgere non solamente per depressione o patologie mentali più complesse, ma anche per un rinnovo di porto d armi, per un adozione, per un aborto terapeutico e tanto altro. Bisogna eliminare lo stigma del malato mentale per aiutare chi ne ha bisogno.

Il paradosso è che proprio a Modugno, dove ci sono stati i due terribili casi ravvicinati, c’è un centro di salute mentale di alto livello con ottimi psichiatri e psicologi, che hanno ideato un progetto innovativo per combattere il disagio psichico, il primo in assoluto in Puglia.

Si chiama MeNS, acronimo di multidisciplinarietà e nuove strategie. Si tratta di un progetto che cambia totalmente il rapporto con chi ha problemi di salute mentale. I cardini di questo nuovo modo di approcciarsi a chi ha questo tipo di problematiche sono due: stop alla sudditanza da farmaco e il ruolo centrale della persona al posto della malattia.

Una speranza per chi non vuole più vedere il proprio caro o parente perennemente “parcheggiato” e lasciato solo nella struttura di riabilitazione in balia della malattia. Una possibilità in più per il paziente psicotico.