Nicola è un cittadino disabile barese, che abita a San Girolamo, il quartiere in cui forse troppo frettolosamente tra qualche giorno sarà inaugurato un piccolo tratto del nuovo waterfront. Circa 200 metri. Recentemente Nicola denunciava che quel lungomare non era stato immaginato per chi, come lui, è costretto su una sedia a rotelle.

Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, precisò che i lavori non erano ultimati, ma poi aggiunse che Nicola con la sua “moto”, non sarebbe potuto accedere sul luogo della sua denuncia. Il cittadino non ha gradito, perché la sua non è una moto, ma un ausilio aggiuntivo della carrozzina. Così, pur riconoscendo la sua stima nei confronti del primo cittadino, ha messo nero su bianco il suo disappunto e dispiacere.

LA LETTERA – Egregio Signor Sindaco, sono Nicola, un cittadino barese. Lunedì 10 luglio ho rilasciato una dichiarazione alla giornalista Barbara dell’emittente di Telebari riguardo le problematiche del waterfront, facendo notare che nei primi 200 metri del lungomare che lei inaugurerà a giorni, l’accesso in riva al mare per noi disabili è praticamente inesistente, eppure la commissione europea si è riunita per premiare le migliori città del continente (come la bellissima Milano), che offrono ottimi servizi alle persone con mobilità ridotta (Access Cities Awards).

Alla mia dichiarazione ha risposto dicendo che il progetto non è ancora terminato e che saranno ultimati i lavori, allora io mi chiedo: perché inaugurare, anche ufficiosamente,  se il tutto non è ancora completo? Come cittadino io mi sento parte di una squadra che, anche se in piccola parte, prova a dare risalto alla nostra splendida città, però sentirsi messo in panchina, aspettando che il mister ti chiami è qualcosa che mi ha causato molto dispiacere.

Come se non bastasse, ha continuato a rispondere alla mia dichiarazione, dicendo che io con quella moto, ripeto moto, non sarei potuto salire sul quel marciapiede, perché il suo peso avrebbe potuto causare chissà quali danni. Lei sa che questi ausili sono accessibili ovunque, persino sugli aerei?

Brevemente le vorrei spiegare perché il mio mezzo non può essere considerato una moto: non pesa 250 chili, non ha una ruota posteriore e non va nemmeno a benzina, è semplicemente un “aiuto motorio”, che sul documento emanato dal Ministero della salute, è dichiarato propulsore di spinta, riconducibile a sedia elettrica. Con questa ennesima dichiarazione ha leso la mia sensibilità e l’intelligenza di altri cittadini europei che fanno parte della mia “categoria” e che purtroppo, sono costretti a fare uso di questi ausili, semplicemente per vivere un po’ di libertà di movimento indipendente.

Ci tenevo però a farle sapere che io ho sempre avuto una grande stima nei suoi confronti,  talmente rispettosa che fui ben contento di votarla durante le elezioni. So che per Lei può essere difficile da ricordare, ma quando c’è stato il raduno delle ferrari a Bari la incontrai sulla muraglia e ci facemmo una foto insieme.

Mi dispiacerebbe fare retromarcia sul pensiero che ho di Lei e spero che accolga con rispetto queste mie parole, sperando con tutto il cuore, che un giorno non avrà mai bisogno anche lei di usare le nostre “moto”.