Una città non a misura di disabile. Ci ha contattato Giuseppe, da tempo costretto su una sedia a rotelle, costretto ad affrontare mille difficoltà “umane” oltre a quelle che già gli ha riservato la vita. Lo abbiamo incontrato sui marciapiedi della stazione ferroviaria, lato via Capruzzi per intenderci.

“Il problema non è solo di noi disabili – ci ha detto – ma anche delle mamme che portano i bambini nel passeggino. Se vogliamo andare in piazza Moro, dall’altro lato della stazione, siamo costretti a fare un lungo giro dal sottopassaggio di via Luigi di Savoia, perché qui ci sono le scale e non l’ascensore”

“Come se non bastasse – ha aggiunto – si tratta di un vero percorso a ostacoli, dato che ci sono diversi pali sul marciapiede, in un caso addirittura due affiancati, e in mezzo non si passa, siamo costretti a scendere in mezzo alla strada per proseguire”.

“Io per fortuna ho la sedia motorizza, ma per chi non ce l’ha è ancora peggio. Arrivati al ponte di Corso Cavour ci sono le scale anche lì, e non sono fattibili, per cui bisogna proseguire fino alla salita del sottopassaggio, da fare a spinta oppure a braccio se uno è da solo. Tutto questo solo per andare da un lato all’altro della stazione”.