I cartoni sono stati sistemati con cura intorno a un materasso evidentemente più nuovo di quelli accantonati più in là, rialzato da terra per avere un minimo di protezione, almeno dalla pioggia e dai topi. Poco distante c’è un pentolino. È ancora caldo. Alcune taniche e bottiglie di plastica sono piene d’acqua, quella che serve per cucinare e lavarsi.

Un mare di altri contenitori vuoti giace nelle vicinanze. Una casa, per qualcuno questo è l’ultimo ponte della statale 100, alle porte di Bari. Il dramma si consuma coperto dal traffico incessante prodotto da una delle strade extraurbane più trafficate della Puglia. Da un lato del ponte, quello che per qualcuno è un giaciglio, seppure di fortuna, ma riparato dalle intemperie; dall’altro una discarica di enormi proporzioni.

A guardare bene, ci sono soprattutto controsoffitti di vari formati e dimensioni, ma anche tubi di plastica, scarti di lavorazione edile, resti di potatura e qualunque altro genere di rifiuto. È tutto abbandonato appena dopo l’uscita del centro commerciale Ikea. Una stradina a destra, superato il rettilineo su cui si trova il Mc Donald’s consente l’accesso allo scempio.

Succede a Mungivacca, anche se il cartello si legge appena. Non c’è giorno che luridi e disperati non si incontrino sotto quel ponte, ignorandosi, davanti agli occhi di molti baresi distratti e delle istituzioni incuranti. Siamo alle porte di Bari, sotto un ponte le cui falle vengono coperte con assi di legno. Un ponte percorso ogni giorno da decine di migliaia di veicoli.