Valeria Sciacovelli, la ragazza di 22 anni che sta tentando di tornare a una vita normale dopo essersi risvegliata dal coma, da sabato scorso è a Valens, in Svizzera. I segni lasciati dall’incidente stradale avvenuto a febbraio nel 2015 sono ancora evidenti. Ciò che è cambiata, dopo aver sentito gli specialisti svizzeri che le hanno stravolto il piano terapeutico, è la speranza di recupero.

Il nemico principale da combattere adesso è l’atassia, il tremore costante che contribuisce a rendere tutto più difficile. Per ora un mese di permanenza, il primo ciclo. Complessivamente le sedute da effettuare sono cinque. Valeria sorride, cammina da sola grazie all’ausilio del lokomat.

I fisioterapisti la seguono costantemente, segnando nella sua cartella tutti i piccoli passi avanti compiuti. Lo fanno in tempo reale, attraverso un computer. Ogni centimetro, ogni secondo in più di esercizi fatti tutti i santi giorni. Un crescendo di durata e intensità, con attività specifiche. Quello di Valeria è un sogno che pian piano potrebbe realizzarsi, eccezionale se si considera che finora è stato frutto della solidarietà della gente, anche di chi Valeria non l’ha neppure mai conosciuta. In tanti hanno risposto al nostro appello, dimostrando ancora una volta di avere un cuore grande.

Adesso la famiglia sta cercando di capire se ci sono i presupposti per ricevere cure o contributi pubblici, così come succede in casi analoghi in altre regioni d’Italia. Nella clinica svizzera Valeria, infatti, non è la sola italiana. Ognuno racconta la sua storia, il suo recupero. Ci si fa forza l’un l’altro. Speriamo che anche la giovane di Modugno possa contare sul supporto istituzionale.