Era il 22 luglio del 2014, il primo giorno di ricevimento del sindaco Decaro e dei suoi assessori. Con il passare del tempo, salvo rare eccezioni, anche l’iniziativa pensata per avvicinare la povera gente e i suoi problemi all’amministrazione comunale è naufragata nel mare agitato degli slogan. Una selfata senza né capo né coda in cui sono inciampati in tanti.

E non importa se l’orario di ricevimento sia quello mattutino o pomeridiano, il problema è sempre lo stesso: in pochi ricevono quella povera gente che avrebbe dovuto essere ascoltata su appuntamento. I soldi sono scarseggiano, non ci sono contributi straordinari, figuriamoci gli alloggi o i posti di lavoro. Del resto mica il Comune è l’Ufficio di collocamento. Non funziona il primo e neppure il secondo, sulla cui inutilità abbiamo discusso direttamente con il massimo dirigente dell’Area Metropolitana.

E allora per farsi dare quei 500 maledetti euro all’anno di contributo straordinario c’è chi non trova altra strada che stendersi con la stampella in corso Vittorio Emanuele, oppure fare irruzione nella sede dell’assessorato all’Edilizia residenziale pubblica, in piazza del Ferrarese, con tuo marito disoccupato, un figlio di un anno e mezzo in braccio, uno in grembo da sette mesi e mezzo e altri tre a casa di tua suocera: 52 metri quadrati in cui vivono 12 persone e un cane. Nel video il racconto di questa mattinata di assurda follia.

Morris, 32 anni, lavoratore senza contributi a 20 euro al giorno per conto di un fruttivendolo cittadino. Nicola, 60 anni, pronto ad ammazzarsi davanti a Palazzo di Città in mancanza di un incontro col sindaco. Storie di tutti i giorni. Sì, perché la loro non è vita. Morris e Nicola in comune vivono l’umiliazione, la disperazione e la rabbia per non riuscire a badare alle proprie famiglie. Quella sensazione di inutilità che ti assale quando “non riesci a portare il pane a casa”.

E allora l’appello al sindaco e agli assessori di chi non ha nulla da perdere. Cosa credevate di dover ricevere solo complimenti nel giorno di ricevimento? Chi sta bene non viene a battere cassa, non va “a dare fastidio a questi qua o a chiunque altro”. Nicola, Morris e altre decine e decine di disperati, per carità, in qualche caso non senza colpe proprie, vanno ascoltati non rinnegati.

In caso contrario ve li ritroverete stesi per terra, a sfondare porte oppure con una latta di benzina in mano. Finita la pazienza, come sembra evidente, forse è meglio fare qualche selfie in meno e avere il coraggio di dire a questi poveracci che non c’è speranza. Alcuni di loro vogliono solo sentirsi questo.