“Sono una mamma di tre figli, iscritta all’ufficio dell’impiego, in graduatoria, ma ad oggi niente lavoro”. Esordisce così una mamma barese, costretta a mettere nero su bianco il proprio sdegno. Lo fa avviando la petizione “Tutti per il lavoro, un lavoro per tutti”, rilanciata dalla pagina Facebook del sito www.cittadeibimbi.it.

“Basterebbe solo che ogni politico rinunciasse ad un terzo dello stipendio, per creare posti di lavoro e sbloccare la graduatoria dell’ex articolo 16”, prosegue la mamma disoccupata, che sta vagliando da un paio d’anni l’idea di andare via dall’Italia. Con tutto ciò che questo può significare avendo tre figli da crescere.

“Io e mio marito facciamo tanti sacrifici e a malapena sopravviviamo”. Sono parole forti quelle della donna, che ha indirizzato la petizione al Premier Matteo Renzi, al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e al Sindaco di Bari, Antonio Decaro. Di fatto, un ultimo tentativo per cercare di sbloccare la graduatoria barese dell’ex articolo 16 della Legge 54/1987: una procedura per il reclutamento di personale, sia a tempo determinato che indeterminato, nel settore della Pubblica Amministrazione, ricercando profili per i quali sia richiesto il solo requisito della scuola dell’obbligo.

“Sono una donna stufa!”. La conclusione della missiva la dice lunga sul disagio che sta vivendo la sua famiglia e quella di tantissimi altri italiani. Il problema lavoro è una piaga che coinvolge centinaia di migliaia di famiglie e il futuro non è affatto roseo, nonostante le rassicurazioni sulla ripresa economica che continuano ad essere diffuse.