E’ stata presentata questa mattina, in Fiera del Levante, la nuova Comunità Alloggio per gestanti e madri con figli a carico “Insieme per crescere 2”: una struttura residenziale a bassa intensità assistenziale, a carattere temporaneo o permanente, che ospiterà donne prive di validi riferimenti familiari o per le quali si reputi opportuno l’allontanamento dal nucleo familiare e che necessitano di sostegno nel percorso di inserimento o reinserimento sociale.

La Comunità, attiva a Capurso 365 giorni all’anno con un’assistenza continuativa h24, offre un nuovo ed indispensabile servizio a tutta la Regione e potrà accogliere 8 ospiti adulte con figli mentre 2 posti saranno riservati all’accoglienza di urgenza di donne adulte con figli.

Il servizio, convenzionato anche con il Comune di Bari, è un luogo socio-educativo residenziale, destinato ad accogliere donne con figli e/o gestanti (anche minorenni) che vivono situazioni di grave disagio psicologico, familiare e/o sociale. Si tratta spesso di donne che vivono in condizioni di povertà, di degrado socio-culturale e ambientale, di devianza, di malessere psicologico e che necessitano di sostegno al fine di raggiungere una maggiore autonomia e crescita individuale.

Grazia Vulpis, presidente della coop Gea, ha sottolineato che “Le donne ospitate partecipano direttamente alla gestione della casa, occupandosi personalmente dell’igiene della stessa, della preparazione dei pasti e di tutto il necessario per vivere la quotidianità in un ambiente accogliente e familiare. Tutto ciò permette loro di sperimentare un modo di vivere e gestire autonomamente e consapevolmente la quotidianità, accrescendo la propria autostima e le proprie capacità genitoriali. Al centro del servizio si pone la persona, la donna e il minore, nel rispetto della dignità della persona umana e della sua libertà di espressione”.

Francesca Bottalico, Assessora al Welfare del Comune di Bari, ha dichiarato “Comunità come <> rappresentano spazi fisici e simbolici fondamentali per il nostro territorio, per fronteggiare le situazioni di maggiore fragilità che colpiscono le donne madri e soprattutto coloro che vivono in condizioni di povertà. L’obiettivo più generale è quello di offrire un pieno sostegno alle famiglie monogenitoriali, a tutela del genitore solo che ha in carico i figli e, soprattutto, nel supremo interesse della protezione del minore. Un intervento di emergenza, dunque, ma anche di accompagnamento e sostegno sociale e psicologico alla genitorialità e alla cura dei più piccoli”.

Particolarmente rilevante è la presenza, nel centro, di una “stanza per l’ascolto protetto” dotata di specchio unidirezionale ed impianto di audio e videoregistrazione e di uno “spazio neutro” per accogliere genitori e figli durante una fase della loro vita particolarmente delicata e caratterizzata da gravi problematiche personali o di coppia che si riflettono negativamente sui rapporti intrafamiliari. Tra i metodi utilizzati per la diagnosi e valutazione del nucleo familiare vi è il Lausanne Triadic Play, il “gioco familiare” che va oltre l’unità di osservazione diadica madre-figlio esaminando invece quella triadica madre-padre-figlio secondo metodologie e sperimentazioni volte alla valutazione della funzionalità del processo familiare.

Le attività offerte alle ospiti del centro sono servizi di cura alla persona, vitto, alloggio, assistenza sociale e sanitaria, tutela ed assistenza diurna e notturna, sostegno psicopedagogico alla funzione genitoriale di madre, interventi socioeducativi mirati allo sviluppo dell’autonomia individuale e dell’integrazione sociale e lavorativa. Le ospiti saranno coinvolte nella gestione della vita ordinaria nell’arco dell’intera giornata ed accompagnate nell’accudimento della prole, con particolare attenzione all’aspetto igienico/sanitario, scolastico e ludico-ricreativo, oltre che sostenute nell’affrontare un percorso di riflessione e consapevolezza sulla loro esperienza di vita e sulle cause che hanno determinato la situazione di disagio in cui si sono trovate coinvolte, allo scopo di recuperare la dimensione umana e civile dei rapporti interpersonali e ripartire con una nuova opportunità di vita.

La comunità si propone, inoltre, di curare in modo peculiare lo sviluppo psicofisico dei figli, assicurando loro l’assiduità delle cure materne.

La metodologia è quella della presa in carico individuale concordata con i Servizi Sociali Territoriali, le varie istituzioni del territorio, i bisogni e le esigenze del minore e della donna, da un punto di vista sociale, pedagogico, psicologico, legale e professionale. Le donne madri e/o gestanti sono di norma segnalati dai servizi sociali del territorio di appartenenza che formulano una proposta di inserimento in modo diretto o congiuntamente a un provvedimento del giudice minorile. I servizi territoriali, tenendo conto delle difficoltà e dei problemi della singola donna, indicano inoltre gli obiettivi e i tempi di accoglienza.
La decisone per l’ammissione in Comunità viene adottata dall’équipe educativa, sulla base della valutazione compiuta in seguito a riunioni promosse dal coordinatore della comunità, il referente educativo e psicologo/psicoterapeuta della stessa, con il servizio sociale territoriale proponente e con eventuali altri servizi territoriali coinvolti nel caso in esame, tenuto conto della corrispondenza tra i bisogni e le esigenze presentati dal caso concreto e le opportunità offerte dalla Comunità.

Rosy Paparella, Garante dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza ha ricordato l’importanza di luoghi come questi capaci di garantire tre fondamentali diritti del bambino: diritto ad essere educato nell’ambito della propria famiglia, il diritto a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascun genitore, anche in caso di separazione e divorzio della coppia coniugata o di interruzione della convivenza della coppia di fatto; il diritto ad una famiglia sostitutiva nel caso di genitori temporaneamente o definitivamente incapaci di esercitare i doveri e i diritti connessi alla potestà.

Francesco Crudele, Sindaco del Comune di Capurso ha concluso sottolineando “siamo molto orgogliosi di ospitare nel nostro territorio una struttura d’eccellenza come quella gestita dalla cooperativa Gea. Con l’assessorato ai servizi sociali del nostro comune ci stiamo impegnando ad attivare tutte le iniziative possibili per prestare la giusta attenzione ai minori e alla loro tutela, rientrano in questa direzione il <> e il < > fortemente voluto dal l’assessore Dina Munno che ringrazio.