Seggio senatoriale conteso tra due candidati. La vicenda risale alle scorse elezioni del 4 marzo e i due protagonisti sono il senatore Michele Boccardi e l’ex vicesindaco di Molfetta Carmela Minuto, entrambi di Forza Italia.

Per capire bene la contesa bisogna fare un passo indietro. Il Viminale in occasione delle elezioni aveva assegnato un seggio a Puglia 1 e due a Puglia 2. Al momento della proclamazione, però, l’ufficio elettorale regionale ha invertito le assegnazioni. La conseguenza è stata la non riconferma di Boccardi e l’entrata in Senato della Minuto, nonostante i voti del Senatore fossero molti di più rispetto alla rivale.

L’avvocato di Boccardi, Luigi Pellegrino, avvalora la tesi di un errore materiale, mentre l’avvocato della Minuto, nonché suo compagno, Davide Bellomo, spiega che il caso è legato all’interpretazione adottata dalla Corte d’Appello.

Boccardi continua a rivendicare il seggio e spiega che qualora il criterio che lo vede fuori dal Senato fosse valido, ci sarebbe un effetto domino che vedrebbe un cambiamento in tutto l’assetto della Camera e del Senato.

La patata bollente è nelle mani della Giunta, di cui è presidente Maurizio Gasparri (Forza Italia) che attende la relazione sul caso del senatore Pillon (Lega). “Continuo ad aver fiducia in Gasparri e nella presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, – dichiara Boccardi – affinché possano in brevissimo tempo, visto che è passato un anno e mezzo, fare giustizia ad un errore materiale commesso il 4 marzo 2018, per ripristinare ciò che mi è stato tolto”.

Nei retroscena della vicenda, però, serpeggia l’ipotesi che la Minuto dopo l’elezione potrebbe traghettare da FI a Lega, un cambiamento che porterebbe un guadagno nelle file del partito di Salvini.

Ora si attende la decisione. Nel caso in cui venga data ragione a Boccardi, a lui spetterebbero le indennità arretrate mentre la Minuto non dovrebbe restituire quelle ricevute fino ad ora.