“Allargamento di Via Amendola? Non c’è limite al peggio”. Il consigliere del gruppo misto Irma Melini commenta così il progetto di ammodernamento di una delle arterie più trafficate, e importanti della città, che prevede, fra le altre cose, l’allargamento a 4 corsie e  tre nuove rotatorie.

“Se qualcuno ha immaginato che la nuova via Amendola servirà a decongestionare una zona oggi sovraccarica di traffico – fa notare la Melini si è fatto false illusioni e ancora una volta ha preferito ascoltare chi predilige il “taglio dei nastri” alla vivibilità della città”.

Nel mirino del consigliere c’è soprattutto l’impatto che i lavori avranno sulla viabilità della zona: “È evidente che la zona interessata diventerà ben presto non solo luogo diversi cantieri in contemporanea (il Comune sta ancora “dialogando” con RFI), bensì sarà destinata ad essere sempre più trafficata e sempre meno vivibile per i residenti”.

“Allarghiamo via Amendola – sottolinea la Melini – ma non garantiamo la corsia di emergenza per l’accesso all’Ospedaletto dei bambini, anzi trasferiamo la viabilità del Giovanni XXIII  e della “dirimpettaia” Materdei interamente su via Hahnemann. Dubbi anche sull’attraversamento in sicurezza della stessa via Amendola, quindi, della sopravvivenza anche delle attività commerciali in zona o della sicurezza dei bambini frequentanti l’asilo insistente sulla via. A questo si aggiunga il venir meno di ulteriori posti auto, ben oltre i 60 dichiarati dall’Assessore Galasso oggi durante l’audizione in commissione Lavori Pubblici”.

“Ricordo – conclude la Melini – che è vero che l’allargamento di via Amendola nasce con il piano regolatore vigente, ma è anche vero che quando Quaroni programmò l’espansione di questa Città non aveva certamente programmato che nei decenni successivi i Sindaci imponessero con varianti urbanistiche il sovraccarico di queste zone, finanche con una nuova stazione ferroviaria. A questo punto, è chiaro che questa Amministrazione debba ascoltare le richieste dei comitati dei residenti per ridimensionare la portata dei danni”.