Riceviamo e pubblichiamo dal PSI dell’Area Metropolitana Barese la seguente presa di posizione in merito al risarcimento di 46 milioni di euro richiesti dallo Stato Italiano al Comune di Bari sull’abbattimento di Punta Perotti di cui abbiamo dato notizia.

LA NOTA –Non siano i cittadini baresi a pagare per errori altrui.
La storia di Punta Perotti è stata come una telenovela a puntate della quale purtroppo si conosceva già il finale. Poiché quella vicenda è servita soltanto per propaganda e discriminazione politica, è giusto che il risarcimento richiesto per rivalsa dallo Stato al Comune di Bari,debba essere a carico dei soggetti che con le proprie decisioni si sono resi responsabili di quello scempio: una palese violazione riconosciuta anche dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo, del diritto alla protezione della proprietà privata e della Convenzione dei diritti dell’uomo.

I socialisti baresi del PSI stanno valutando la possibilità di una sottoscrizione da sottoporre ai cittadini baresi e da inviare successivamente alla Corte dei conti, affinché possa assumere tale decisione. Punta Perotti, a prescindere dalla legittimità o meno dell’abbattimento, dell’obbedienza o meno ad un ordine della magistratura, appare decisamente un’occasione mancata. Poteva essere il tassello dal quale partire con la tanto annunciata, quanto irrealizzata, riqualificazione del lungomare sud, che ad oggi, non vede ancora il benchè minimo spiraglio di luce.

Resta il fatto che la confisca dei suoli fu illegittima e che ancora una volta i responsabili si sottraggono pretestuosamente alle proprie responsabilità, scaricando sui cittadini i costi dei propri errori.

Singolare il collegamento che il Psi barese opera tra la soluzione Punta Perotti ed il degrado del lungomare nel tratto compreso tra Torre Quetta ed il Camping San Giorgio, degrado da questa testata più volte denunciato per i ritardi nei lavori.

Ancor più singolare la proposta, supportata da eventuale raccolta di firme, di richiamare l’attenzione della locale Corte dei Conti sulla responsabilità personale degli amministratori. Una novità quasi assoluta in un Paese in cui, da tempo immemorabile, gli errori degli amministratori pubblici, e non solo – vedi il caso delle banche-, si scaricano sui cittadini.