“Non è da quanto guadagna che si giudica un Sindaco, ma dalla presenza sul territorio, dal numero e dalla qualità di atti che produce. Ci vuole passione per amministrare una città, soprattutto di questi tempi”. Se a dirlo è Francesco Crudele la teoria assume un peso maggiore. Sì, perché il suo modello unico parla chiaro.

Prima di entrare in politica e candidarsi alla guida del paese di Checco Zalone, Crudele, che è un consulente finanziario, guadagnava molto più di quanto riesce a mettere insieme oggi. Siamo d’accordo sul fatto che non è il taglio degli stipendi ai politici a restituire dignità alla categoria e maggiori risorse per raddrizzare la malconcia Italia. Populismo a parte, però, un segnale bisognerà pur darlo prima o poi.

A maggior ragione se, come ha fatto il Presidente Emiliano, annunci sforbiciate che non riesci a mettere in pratica perché hai le lame spuntate e se la tua carriera politica ti ha procurato maggiori entrate economiche rispetto a quando eri un “semplice” ingengere, professore, impiegato, operaio, agente di commercio o pensionato. “Se parliamo dell’indennità di un amministratore di un piccolo Comune – dice Crudele – questa non è paragonabile con quella percepita da chi sta più in alto”.

Proprio così Sindaco, ma quella è la solita storia che più si guagangna e meno si ha voglia rinunciare al privilegio. Non c’è niente da fare, è solo una questione di coscienza e, purtroppo, molti degli amministratori che predicano in un certo modo la coscienza ce l’hanno come nuova: mai usata.