Decaro si difende dalle accuse, punta il dito contro altre amministrazioni a suo dire peggiori di Bari e nasconde la testa sotto la sabbia con il più classico degli slogan: “Siamo trasparenti”. Il Consiglio comunale di ieri, quello in cui si è discusso della tremenda relazione degli ispettori del ministero dell’Economia e delle Finanze, sulla presunta cattiva gestione del Comune, ha lasciato un’eredità pesantissima.

Il Sindaco, i suoi più stretti collaboratori e l’intera maggioranza hanno una fottutissima paura di quella relazione. La conferma è arrivata al momento della bocciatura dell’ordine del giorno di Irma Melini, che chiedeva ai Revisori dei conti di esprimersi nel merito entro trenta giorni. Quella di Decaro è stata una difesa moscia, non ben argomentata e infarcita di luoghi comuni, sottolineati da tutta l’opposizione: Giuseppe Carrieri, Mimmo Di Paola, Sabino Mangano, Francesco Colella, Filippo Melchiorre, Michele Picaro e Fabio Romito.

Nella manfrina del primo cittadino c’era tutto, meno che le risposte alle domande che contano davvero. Concentriamo tutto in tre quesiti, seppure i misteri, a cominciare dalla reale data di arrivo della relazione, su cui il senatore Luigi D’Amrosio Lettieri eveva chiesto chiarimenti senza ottenerne, sono tanti e imbarazzanti. Alla luce delle controdeduzioni, formulate dagli stessi dirigenti comunali che il ministero ha messo sotto esame, il Sindaco può davvero sostenere che tutti i rilievi degli ispettori del Mef risultano palesemente infondati?

L’Amministrazione comunale ha già adottato o intende adottare atti amministrativi cautelativi, per evitare che il recupero di eventuali somme di denaro elargite illegittimamente possa essere impedito dalla imminente prescrizione?

E infine, quanto costa ai cittadini baresi lo staff del Sindaco, assunto senza concorso, e da quante unità è composto? A parità di qualifica, questi collaboratori guadagnano quanto un dipendente comunale “di ruolo” o hanno surplus stipendiali particolari?

In un sussulto di dignità per il ruolo che rivestono, indipendentemente dalla museruola messa loro ieri dalla maggioranza, il Collegio dei revisori dei conti, composto da professionisti attenti e scrupolosi, potrebbe ugualmente esprimersi sui contenuti della relazione. Le conseguenze? Se davvero non c’è niente di allarmante in quella relazione, l’Amministrazione Decaro farebbe un figurone. In ogni caso sapremm,  una volta per tutte, chi ha ragione e chi eventualmente dovrebbe risarcire soldi che non avrebbe dovuto prendere.

Trasparente l’amministrazione sarebbe stata avesse consentito un immediato accesso agli atti ai consiglieri; avesse detto alla città della relazione il giorno in cui è arrivata; non avesse mandato deserto il primo Consiglio comunale in cui si sarebbe dovuto parlare di quella banedetta e insieme maledetta relazione del Mef. Il resto sono solo chiacchiere.