Parole grosse, tensione, attimi durante i quali si è temuto la situazione potesse degenerare, ma soprattutto diversi punti ancora da chiarire. Si è sfiorata la rissa ieri all’Istituto Calamandrei, in occasione dell’incontro con la gente di Carbonara, Ceglie e Loseto sul Piano Urbanistico Generale (Pug), forse uno degli elementi principali di democrazia diretta e decentrameno ammistrativo.

Una bagarre continua, generata anche da un clima non più sereno nei confronti di un’amministrazione giudicata inadatta, tanto che il livello di gradimento del sindaco Decaro è precipitato di 7 punti percentuali rispetto al giorno della sua elezione (sondaggio Index research). L’impressione di alcuni cittadini è che la convocazione per discutere sul futuro del terriorio sia stato solo un modo per dare il via libera a scelte già prese, che nel caso di Carbonara, Ceglie e Loseto, sarebbero il trasferimento di volumetrie edificabili nella zona dello Stadio San Nicola.

L’assessore all’Urbanistica, Carla Tedesco, parla di strumentalizzazione. “Nessuna decisione già presa, i tecinici sono al lavoro – sice l’assessore -. All’incontro, poi, ho partecipato solo perché voglio essere presente alle diverse assemblee organizzate nei vari quartieri, non ero obbligata”. Questo giustificherebbe il netto ritardo con cui l’assessore si è presentata alla riunione coi cosiddetti facilitatori, chiamati a raccogliere le istanze dei cittadini, in un territorio dove alcuni costruttori sono in causa contro il Comune per alcune decine di milioni di euro.

Si discute da quarant’anni del futuro del territorio, ma intanto è tutto fermo. “Non possono esserci piani così duraturi e certamente il futuro della città pensato negli anni ’70 non può coincidere con la moderna visione della città – spiega la Tedesco – dobbiamo pensare al bene di tutta Bari e della sua Area Metropolitana”. A sentire la Tedesco, nessuno spostamento di volumetrie a prescindere. Un gruppo di cittadini, però, non ci crede e lo mette nero su bianco su un volantino, che pubblichiamo a fondo pagina.

Strumentalizzazioni? Può darsi, ma il nostro dovere è quello di documentare. La tensione è aumentata quando all’arrivo dell’assessore, il presidente del Municipio, Nicola Acquaviva, ha lasciato la discussione per raggiungerla e concedere un’intervista a un’emittente locale. Alcuni cittadini, quelli naturalmente non schierati col partito democratico, denunciano di non aver ricevuto risposte convincenti, rilevando come la riunione non fosse stata convocata per individuare le opere considerate inderogabili e il percorso condiviso per realizzarle.

Il metodo non è piaciuto e ci riferiamo alla scelta di dividere la discussione in gruppi di lavoro. E allora si scatena di pari passo la bagarre politica. Il Movimento 5 Stelle accusa l’Amministrazione di non voler dar seguito al decentramento amministrativo proprio per non perdere la capacità decisionale sulla gestione degli interessi delle lobby. In questo momento delicatissimo, poi, i 5 Stelle continuano a chiedere le dimissioni del sindaco Antonio Decaro, sempre più vicino a diventare il sindaco dei sindaci, con la presidenza dell’Anci.

La bagarre è aperta, anche perché in alcune zone di quei quartieri ci sono case abusive per cui è stato avviato l’iter che poterà all’abbattimento, seppure continuano ad essere servite da ogni tipo di utenza. “Ci sono delle leggi statali – spiega l’assessore – se non cambiano le norme a livello nazionale, i Comuni non possono far altro che prendere atto, procedendo con i provvedimenti dirigenziali e amministrativi dovuti. In questo caso non ci sono linee politiche, ma pareri tecnici vincolati dalle leggi. Non ci sono trattative”. La speranza di chi protesta è proprio che le leggi siano uguali per tutti e non solo per i soliti disgraziati o per quanti sono stati costretti a chiudere imprese e attività in virtù di un ormai datato immobilismo.