L’aria all’interno del Partito Democratico si fa incandescente e le richieste, in molti casi sacrosante, del Presidente del Consiglio Comunale barese, Pasquale Di Rella, si fanno incalzanti. L’ultima, non certo per importanza, è datata 13 settembre.

Di Rella scrive al Sindaco, al Direttore della Ripartizione Cultura e Sport, quindi all’assessore Pietro Petruzzelli, a Segretario e Direttore Generale e all’Orgianismo di Valutazione. La misura ormai è colma e ancora una volta al centro delle ire, messe nero su bianco, c’è la mancata trasparenza di questa amministrazione, in merito all’accesso agli atti pubblici concesso con molta ritrosia non solo ai Consiglieri Comunali, ma addirittura anche al Presidente della massima assise cittadina. Al centro della contesa c’è la “Concessione pluriennale dello Stadio San Nicola: incarico professionale per la preispozione del Piano Economico di Gestione”.

Per la verità si tratta di un sollecito, perché la richiesta, come previsto dall’ex art. 43 del Tuel, era già stata avanzata il 24 agosto scorso. “Il silenzio, oltre che in palese violazione di legge – scrive Di Rella -, denota uno scarso rispetto per la figura istituzionale del Presidente del Consiglio Comunale e dell’intero Consiglio Comunale. Si invita pertanto a fornire ad horas quanto richiesto, sottolineando che l’eventuale perdurare di detto silenzio indurrà lo scrivente a segnalare l’omissione alle Autorità competenti. L’Organismo di Valutazione è comunque invitato ad approfondire la questione segnalata”. 

A leggere il tenore della missima, i distinti saluti sono evidentemente un dovere. Una cosa è certa. L’Amministrazione Comunale non si sta distinguendo in materia di trasparenza e la domanda nasce spontanea, esattamente com’è stato per la relazione del Mef, probabilmente ancora sconosciuta senza il nostro inervento e quello di alcuni Consiglieri Comunali: perché se non c’è niente da nascondere, non si concede ai Consiglieri Comunali in maniera repentina e senza tentennamenti l’accesso agli atti? A scanso di equivoci vorremmo ricordare che si tratta di un diritto regolato dalla legge, non certo di una cortesia. E speriamo di non scoprire anche in questo caso che qualcosa non sia stata fatta secondo quanto previsto dalla normativa vigente.