Irma Melini
Il consigliere Irma Melini

La Maggioranza di Decaro boccia la mia richiesta di anticipazione della mozione urgente avente ad oggetto l’annullamento di delibera di giunta e determinazione successiva che sta portando questa amministrazione alla fase prenegoziale per 10mila e 800 metri quadri di locazione ad uso ufficio comunale”.

A parlare è Irma Melini, consigliere comunale nella coalizione “Scelgo Bari”, l’argomento in questione l’avviso pubblico cui unico partecipante è stata la IM.CO. S.r.l., riconducibile alla famiglia Matarrese, di cui abbiamo già trattato, presentandovi il caso Agorà.

“Se si procedesse così – spiega la consigliera – si lederebbe il principio comunitario della par condicio poiché si è accettato un immobile non corrispondente ai requisiti richiesti nella ricerca di mercato e si esporrebbe il Comune di Bari ad altri contenziosi.

Come espressamente dichiarato in un verbale dello scorso 9 giugno, compilato dalla commissione di controllo comunale, l’immobile della IM.CO., tra le altre cose, non è cablato, l’impianto elettrico necessita di una revisione, gli infissi non sono a norma di sicurezza, manca l’impianto di condizionamento e quello di riscaldamento è centralizzato con caldaia a gasolio, non è a norma per i diversamente abili, iservizi igienici sono obsoleti, tutti requisiti specificamente chiesti nel bando.

“Grave che io non abbia ricevuto alcuna risposta alla mia medesima richiesta di annullamento e rifacimento della ricerca protocollata in data 15 luglio scorso – conclude la consigliera – Grave che anche la maggioranza dei consiglieri eletti nel centrosinistra , ad esclusione di 3 colleghi astenuti, abbia bocciato la richiesta di discussione della mozione esponendo ulteriormente la Pubblica amministrazione. Tutto troppo poco trasparente e troppo approssimativo con le tasche dei baresi.
Il punto si ridiscuterà la settimana prossima, intanto domani c’è l’audizione in commissione Trasparenza“.

A tutto ciò, va aggiunta la posizione della IEA SPA, proprietaria del complesso Agorà, quello che nel 2011, con una delibera immediatamente esecutiva, venne identificato come nuova sede per ospitare le ripartizioni comunali, ma che alla fine, non li ospitò mai.