Un consiglio comunale congiunto, tra i comuni di Altamura, Gravina, Matera, Santeramo in Colle, Poggiorsini, Spinazzola e Irsina, per dichiarare la “non disponibilità alla localizzazione del deposito nazionale destinato allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi e del parco Tecnologico” nei comuni del territorio murgiano.

“Una importante iniziativa proposta proprio dal Movimento 5 Stelle – ha dichiarato il consigliere regionale Mario Conca – che, con la presentazione di una mozione sia nel comune di Altamura che in quello di Gravina, chiedeva di avviare un coordinamento istituzionale che portasse a formalizzare la contrarietà dei territori e a combattere la possibilità che i rifiuti radioattivi possano trovare sede nell’Alta Murgia. Tuttavia auspico fortemente che le istituzioni locali facciano fronte comune non solo per scongiurare la minaccia delle scorie nucleari ma anche per debellare le criticità ambientali che già sono presenti sul territorio”.

Il riferimento è alle discariche illegati e agli sversamenti abusivi, fenomeni che a dire di Conca, necessitano urgentemente di una mappatura e di controlli seri, in quanto: “È inaccettabile che si continui ad inquinare il nostro territorio, con il forte sospetto che ciò sia alla base dell’incremento di malattie fra i nostri concittadini, e purtroppo anche dell’incidenza tumorale. Scorie nucleari, sversamenti e discariche stridono con le peculiarità di una regione che non può starsene immobile a guardare un film già visto con il Tap, le Trivellazioni e la Xylella”.

Presente in consiglio anche lassessore regionale alla Qualità dell’Ambiente, Domenico Santorsola, che si è schierato al fiancio dei territori: “Non potremo che esserlo per far valere le ragioni di una indisponibilità ad accogliere il deposito nazionale di rifiuti radioattivi basata non su una astratta sindrome Nimby, ma su dati di fatto, su elementi tecnici chiari ed inoppugnabili – ha dichiarato Santorsola – La mia presenza vuol testimoniare la vicinanza di tutto il governo regionale alle comunità che temono decisioni arbitrarie a livello nazionale”.

Ora si aspetta l’ultima parola dal Governo che, sulla questione, non ha emanato ancora nulla di ufficiale, forse, proprio per evitare perssioni e proteste da parte dei territori.