Le elezioni regionali sembrano lontanissime, ma gli eletti non sono stati ancora proclamati. Una tornata che verrà ricordata, non solo in Puglia, per il numero altissimo di astenuti, praticamente la metà degli aventi diritto, e un sistema elettorale che ha finito per scontentare tutti, anche i vincitori.

E per la questione degli impresentabili. La faccenda sembra passata in secondo piano, almeno sul sistema mediatico. Ma nelle stanze della politica se ne parla e se ne parlerà ancora. La Commissione Antimafia stilò un elenco di candidati alle regionali composto da chi, a vario titolo, risultava candidabilissimo a termini di legge, ma non eleggibile. Fu coniato il termine “impresentabili”, che non è il massimo della simpatia. La lista uscì a ridosso del silenzio elettorale quando sarebbe stato impossibile ritirare materialmente la candidatura.

E fu anticipata da quattro nomi, tutti pugliesi, due di centro sinistra e due di centro destra. Sul “giallo” dei quattro nomi fuggiti dal seno della Commissione, ci sono state poche e frettolose ricostruzioni, miranti soprattutto a capire perchè proprio quei quattro e perchè solo pugliesi.

La Presidente Rosi Bindi ebbe uno scontro durissimo, poco prima della chiusura dei lavori, sul come e quando la lista doveva essere resa nota: lei avrebbe voluto una conferenza stampa in cui leggerli tutti e sedici. Ma non andò così: qualcuno passò quattro nomi, solo quattro nomi, agli organi di stampa, che ne fecero larghissima anticipazione.

Nella Commissione Antimafia ci sono solo quattro deputati (su venti) provenienti dalla Puglia: Salvatore Tomaselli, Luigi Perrone, Vittorio Zizza e Gaetano Piepoli. E su Piepoli ormai esistono vere e proprie leggende, non tutte metropolitane, sui suoi atteggiamenti e sui suoi discorsi. Il sito Openpolis, però, noon racconta leggende: un indice di attività bassissimo, per esempio, lo colloca al 559° posto su 630 Deputati. Piepoli fa marcare un tasso di assenze che supera il 40 per cento. Non risulta primo firmatario o relatore in nessuna proposta di legge, mentre appone volentieri la sua firma insieme ad altri colleghi: in totale però la sua attività parlamentare appare alquanto diradata e discontinua. In compenso, i commessi spesso lo notano per come va in giro, abbigliato e spettinato come non si converrebbe a un Deputato della Repubblica Italiana.

I cattivoni che lo conoscono bene e che non perdono occasione per parlarne male, però, dicono che la sua presenza alla Camera è giustificata più dalla necessità di “stare nel giro” e “sapere i fatti” che da una reale passione politica. Nella vita Piepoli insegna Diritto all’Università, ma sono anni che non scrive più un testo o non produce pubblicazioni accademiche.

Insomma, qualcuno è pronto a giurare che sia stato lui a mettere in giro quei quattro nomi, fra i quali forse ce n’era uno che avrebbe potuto dar fastidio a qualche amico suo, che poi guarda caso, è stato eletto al consiglio regionale.