Sarà una delle liste civetta che hanno sostenuto Antonio Decaro alle amministrative, Bari Capitale, ad ospitare la ex capogruppo Anita Maurodinoia, i consiglieri Livio Sisto e la new entry Gianlucio Smaldone, ammesso al posto di Desirée Digeronimo la cui elezione non è stata convalidata dal Tar, i tre transfughi ex schittulliani transitati armi e bagagli nel centro sinistra agli ordini e a disposizione del sindaco in carica.

Lo stratagemma servirà anche a tenere sotto controllo le ambizioni di Pietro Albenzio, attualmente solitario capogruppo della sua compagine.  Decaro ha faticato non poco a trovare una “casa” politica ai tre che hanno abbandonato il Movimento di Francesco Schittulli affermando in un documento che la mancata candidatura alla Regione del loro capo, costituiva un inguaribile vulnus all’ideale politico che intendevano perseguire.

Uno dei “prezzi” per il cambio di casacca è la vicepresidenza del Consiglio Metropolitano alla Maurodinoia, la più suffragata alle stesse elezioni metropolitane.

Su questa vicenda si è espresso il Professor Francesco Schittulli, leader del movimento che porta il suo nome:

E’ una vergogna che chi essendo stato eletto o candidato, solo cinque mesi fa, con il mio nome possa andare a svendersi all’avversario in un momento così delicato ed importante per il destino della Puglia.

Così come è vergognoso e inaccettabile che vi sia, nel centrosinistra, chi voglia vincere a tutti i costi, usando anche i metodi più beceri.

Quello che sta accadendo in questi giorni getta un’ombra sulla legittimazione democratica delle  Primarie del centrosinistra di domenica prossima, 30 novembre. E io sono sensibilmente turbato e sconvolto da tutto questo. E’ arrivato il momento che chi è portatore di valori sani nella politica – di centrodestra come di centrosinistra – smetta i panni della mitezza e della tolleranza e dica sdegnosamente a gran voce BASTA a simili comportamenti che stanno inquinando la vita della società, dei partiti, dei movimenti, delle associazioni, del mondo del volontariato,  dei giovani, dei cittadini e  di tutti coloro che ancora credono – da qualunque parte stiano – che esiste un’altra agorà dove poter fare politica, confrontarsi lealmente sulle idee e sui programmi nell’interesse del cittadino, e non un mercato dove svendere la propria dignità.