Sulla questione dell’accoglienza ai migranti con protezione internazionale, il senatore di Forza Italia Luigi d’Ambrosio Lettieri ha presentato un’interrogazione al Governo sui progetti Sprar gestiti dal Comune di Bari per fare chiarezza.

“Bene ha fatto il sindaco Decaro a chiedere l’attenzione del Governo sul tema dell’accoglienza ai migranti cui è riconosciuta la protezione internazionale, ma sarebbe utile sapere se, in che modo e in quale misura sono stati utilizzati dal Comune di Bari i fondi che il ministero dell’Interno stanzia ad hoc. Ossia, come sono stati affidati sinora i progetti Sprar e come si intendono affidare in futuro, considerato che l’Autorità nazionale Anticorruzione, avendo ravvisato incongruenze, in una relazione ispettiva del 2011, raccomandava, proprio al Comune di Bari – che nel triennio 2010/2012, secondo la stessa fonte, avrebbe programmato interventi per complessivi 900.000,00 euro – che <quando il valore dell’appalto è decisamente superiore alla soglia comunitaria è opportuna una pubblicazione a livello comunitario, in ossequio al principio di trasparenza, richiamato dall’art. 27 del Dlgs 163/2006>”. Insomma, bandi pubblici, non convenzioni e selezioni ufficiose.
È sulla galassia “accoglienza” che intende accendere i riflettori il sen. d’Ambrosio Lettieri, capogruppo FI 12^ Commissione del Senato e coordinatore cittadino del partito del capoluogo pugliese, annunciando una interrogazione urgente al Governo.
La chiave di lettura di questa gestione si dice Sprar e si legge Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati. In soldoni, si tratta di un progetto, istituito ai sensi dell’art. 32 della legge 189/02, per la cosiddetta “seconda accoglienza” – quella che dovrebbe accompagnare i migranti, cui è stata riconosciuta la protezione internazionale, nel viaggio della integrazione una volta fuori dai Cara, ma cominciando comunque già dall’interno con alcuni servizi – a cura dei Comuni che gestiscono, per via di una convenzione con l’Anci, le risorse del Ministero dell’Interno. Risorse del Fondo Nazionale per le Politiche e i Servizi dell’Asilo. Oltre agli Sprar, in realtà, i Comuni possono attingere fondi anche dal ministero delle Politiche sociali e del Lavoro.
“Fare chiarezza su come vengano spesi i fondi comunitari e nazionali sul fronte dell’accoglienza, in particolare dei richiedenti asilo, a quanto ammontano e quali risultati abbiamo prodotto sinora”, spiega il senatore di FI, “è doveroso, tanto più dinanzi ad una situazione esplosiva che da una parte registra la crescente solitudine, la disperazione e il disagio profondo di queste persone che, pur avendo ricevuto protezione internazionale, si ritrovano fuori dal Cara senza punti di riferimento, come abbiamo potuto capire dai racconti di quei migranti che solo qualche giorno fa hanno manifestato nel pieno centro di Bari”.
“Dall’altra parte”, prosegue d’Ambrosio Lettieri, “questa situazione non fa altro che aumentare il livello di disagio e di insicurezza nella popolazione locale, oltre che favorire l’innescarsi di un pericoloso conflitto sociale e alimentare il terreno di coltura di potenziali comportamenti illeciti”.
D’Ambrosio Lettieri sottolinea come “sia fondamentale ottimizzare le risorse disponibili, ridurre al minimo i rischi di cattive prassi e monitorare, attraverso un controllo serrato, efficiente ed efficace, il loro utilizzo e i risultati raggiunti”.
“Lo SPRAR prevede l’attivazione di servizi di accoglienza e integrazione per richiedenti e titolari di protezione internazionale mediante una serie di progetti gestiti a livello territoriale dai diversi enti locali che ne fanno richiesta”, ricorda il senatore, “Ci risulta che anche il Comune di Bari avrebbe attivato questi progetti, che puntano a garantire misure di assistenza e di protezione della singola persona e a favorirne il percorso verso la riconquista della propria autonomia”.
I servizi garantiti dallo SPRAR dovrebbero essere: assistenza sanitaria; assistenza sociale; attività multiculturali; inserimento scolastico dei minori; mediazione linguistica e interculturale; orientamento e informazione legale; servizi per l’alloggio; servizi per l’inserimento lavorativo; servizi per la formazione.
“Per ciascuna delle persone inserite nel progetto è destinata una somma giornaliera per vitto, alloggio e formazione. A quanto ammonta? Dove sono allocate queste persone? In quali strutture, in quali condizioni e come vengono accompagnate verso l’autonomia?”, conclude il senatore.