“Chiama Decaro, Mimmo chiama Decaro”. Finisce con una standig ovation irriverente nei confronti dello sconfitto candidato del centrodestra Domenico Di Paola la maratona elettorale che ha visto trionfare il candiato del centrosinistra Antonio Decaro, neo sindaco della città di Bari.

Nelle notte del dentro o fuori, pochi minuti prima dell’una i numeri parlavano ormai chiaro: il centrosinistra, con oltre il 65% dei consensi, aveva di fatto sbaragliato la concorrenza, facendo di Bari una città “rossa” per la terza volta consecutiva.

Nei due comitati, il clima è stato differente per tutta la serata. Se nella sede allestita dal centrodestra inizialmente si seguiva il Gran Premio di Formula1, a tenere desta l’attenzione nel comitato di Decaro è stata la partita amichevole della Nazionale di calcio. A onor del vero, il comitato di Di Paola non si è mai realmente riempito di amici, sostenitori ed esponenti politici. Tutti fuori sulla strada a commentare ciò che poi sarebbe accaduto: la débâcle. Le facce da funerale parlavano chiaro prima ancora che si chiudessero i seggi.

Dall’altro lato di via Calefati, l’aria era decisamente più distesa, forse anche per via del buffet di panini accompagnati da vino rosso al posto del sacrosanto panzerotto e birra, protagonista di tutta la campagna elettorale. Bastasse una Peroni per vincere le elezioni, a Bari ci sarebbero almeno 300mila sindaci.

Sia coma sia, col passar delle ore, il tratto di strada sui cui si affacciavano i due comitati, inizialmente poco frequentati, è diventato sempre di più una bolgia, o una curva da stadio improvvisata. Il rosso del PD non si è mai visto in questi mesi di campagna elettorale, quasi fosse una vergogna da nascondere, e così una marea arancione ha decisamente travolto tutto e tutti quando è arrivato Antonio Decaro. Per giornalisti e simpatizzanti è diventato davvero difficile muoversi.

Nella diretta che bari.ilquotidianoitaliano.it ha allestito per seguire l’andamento del ballottaggio e fornire i risultati in tempo reale, se ne sono viste di tutti i colori, ma forse a raccontare ancora meglio il clima che si respirava è ciò che non si è visto.

Per esempio, non si è visto il senatore del centrodestra Francesco Paolo Sisto, presente al comitato di Domenico Di Paola, ma che si è rifiutato di farsi intervistare perché la nostra postazione era colpevolmente troppo vicina al comitato avversario. Ci spiace senatore, abbiamo cercato di posizionarci il più equidistante possibile, ma da qualche parte dovevamo pur prendere la corrente elettrica. Così come non si è visto Luca Rutigliano, tra i massimi responsabili della comunicazione di Antonio Decaro: aveva promesso di portarci i panzerotti, ma poi è sparito.

Più di tutti non si è visto Domenico Di Paola, che ha indetto una conferenza stampa per commentare il voto oggi (martedì) alle 12:15 .  Quando siamo andati via, verso l’1:15, dell’ex amministratore di Aeroporti di Puglia, nemmeno l’ombra. È vero che l’aria all’interno del suo comitato non era delle migliori, ma una passata per ringraziare il suo staff, gli amici, i sostenitori, e forse pure stringere sportivamente la mano al suo avversario ci sarebbe stata bene. Non sappiamo se abbia provato a chiamarlo.