Composti tra il 1990 e il 1994 su un tessuto particolarmente impegnativo per il ricamo quale è il velluto, i «Misteri del Rosario integrano il profilo artistico di quell’asceta del ricamo che è stata Donna Maria Gabriella Valla», si legge nella prefazione di Dino Tarantino. A differenza delle 14 stazioni della “Via Crusic”, ricamata tra il 1967 e il 1980, la figura di Maria in quest’opera appare più specificatamente come Colei che, col suo sguardo contemplante di Dio, si fa nostra mediatrice e guida verso la scoperta del mistero della salvezza.

Nei “Misteri del Rosario”, infatti, «tutta la storia del Dio che si fa uomo viene mediata da Colei che lo concepì nel suo seno e fu eletta non solo a generarlo, ma a contemplarlo per prima, dalla culla alla croce, fino alla resurrezione e all’ascensione al cielo». La mediazione di Maria «avvicina alla nostra portata l’incommensurabilità di un disegno altrimenti imperscrutabile, restituisce dimensione umana a una storia di prodigi divini», scrive ancora Tarantino. Il senso di quel mistero è insomma svelato da una narrazione che inserisce le sofferenze della passione di Cristo (misteri del dolore) all’interno della missione dell’incarnazione e della sua vita nascosta (misteri della gioia), fino a giungere alla resurrezione e ascensione al cielo del Figlio e della Vergine (misteri della gloria).

7 maggio 2013

La Redazione