Gestione del Cara di Bari-Palese, ci risiamo. Il futuro dei lavoratori del centro accoglienza richiedenti asilo è infatti di nuovo a rischio dopo la pubblicazione del nuovo bando di gara per la fornitura di beni e servizi per il funzionamento della struttura.

Oggi i lavoratori si sono ritrovati davanti alla Prefettura per far sentire, per l’ennesima volta, la loro voce: protestano contro la mancata sospensione della gara, richiesta dai sindacati per approfondire alcuni dubbi interpretativi e tutelare i lavoratori attualmente impiegati nel servizio.

Parliamo di 170 posti di lavoro che rischiano di essere seriamente compromessi nelle loro condizioni economiche, o addirittura di essere mandati a casa. Il tutto nonostante la spesa di base per un triennio di oltre 21 milioni di euro e una situazione già molto delicata con continui episodi di violenza e la presenza di circa 1600 ospiti rispetto ai 740 previsti dallo stesso bando.

“Quasi 45 addetti alle pulizie probabilmente verranno licenziati – fa notare Giuseppe Boccuzzi, segretario generale della Cisl Bari – È un appalto è stato scritto malissimo, che arricchirà gli imprenditori e impoverirà la gente che ci lavora. Chiediamo immediatamente la sospensione dell’appalto e una riscrittura”.

“È un film che si ripete, costantemente, al termine del regime di proroga del bando – attacca Elena Canone, segretario generale Uiltucs Bari – Oggi abbiamo bisogno di risposte e tutele dei posti di lavoro. Non è possibile che il bando abbia un costo base d’asta inferiore al costo del lavoro”.

“Il Prefetto negli ultimi incontro ha detto che non aveva la possibilità di confrontarsi con altre esperienze precedenti, quindi ha dovuto improvvisare – sottolinea Domenico Ficco, Segretario Generale della Funzione Pubblica della Cgil di Bari –  Purtroppo, però, sono emerse delle anomalie”.