Licenziati dalla casa madre GVM e riassunti dalla SIA, azienda del gruppo che si occupa di pulizie e non di sanità. È la storia ormai scritta dei 46 ausiliari della Clinica Santa Maria di Bari, licenziati collettivamente. Le carte sono pronte ed anche i sindacati ormai possono fare ben poco. L’unico a poter rimettere in piedi la faccenda potrebbe essere il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, soprattutto perché l’azienda ha deciso di liberarsi dei dipendenti che avevano contribuito al conseguimento dell’accreditamento della clinica.

Tutto accade un paio d’anni dopo l’acquisizione della Santa Maria da parte della GVM. Il contratto dei 46 licenziati, dunque, passa da quello del settore sanitario a quello del comparto delle pulizie, con l’ovvio alleggerimento della busta paga. La maggior parte dei dipendenti, infatti, è inquadrata nella categoria degli ausiliari specializzati A3, oltre che formata come operatori socio sanitari.

La busta paga si era alleggerita già nel transito dalla vecchia proprietà (GUM) alla GVM, passando da circa 1.400 a 1.200 euro. In realtà si tratterebbe dell’ultimo tassello dopo le operazioni di sfoltimento di una mezza dozzina di centralinisti delle “categorie protette”, ma anche degli infermieri, invitati a trasferirsi presso Villa Lucia, a Conversano. Succede, però, che dopo i licenziamenti avvengano altre assunzioni, persino interinali. Il solito incomprensibile paradosso.

La Clinica Santa Maria è in subbuglio, anche perché agli ausiliari non è stato detto ancora nulla di preciso sul proprio futuro e gli infermieri già hanno fatto capire di non voler svolgere gli incarichi dei colleghi licenziati: sanificazione dei reparti e delle aree comuni, cura dell’igiene dei pazienti, trasporti da e per i reparti compresa la pulizia, trasporto prelievi, rifacimento dei letti, sanificazione delle sale operatorie, chiusura dei rifiuti ospedaliri trattati, confezionamento dei pasti in cucina.

Non solo, quando è stato necessario, gli ausiliari sono stati chiamati anche a fare i receptionist, dando loro una grande responsabilità. Tutto ciò occupandosi già ora anche di più piani contemporaneamente, con l’ovvio peggioramento del servizio offerto all’utenza, ricevendo in cambio richiami e lettere di contestazione. Ciò che preoccupa gli ex dipendenti è che il passaggio alla cooperativa delle pulizie possa essere l’anticamera del più classico calcio nel sedere e per questo chiedono l’intervento del presidente Emiliano e più deciso dei sindacati, pur consapevoli che a rigor di legge non c’è molto da fare.